Lazio, una nuova normativa di Protezione Civile - Conosco Imparo Prevengo

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Lazio, una nuova normativa di Protezione Civile

Archivio > Dicembre 2009 > Protezione civile e volontariato

C.I.P. n. 9 - PROTEZIONE CIVILE E VOLONTARIATO
LAZIO, UNA NUOVA NORMATIVA DI PROTEZIONE CIVILE
UNA RICHIESTA DI IMPEGNO MAGGIORE ALLE AMMINISTRAZIONI REGIONALI
Centro Alfredo Rampi Onlus – La Scossa

Il 23 febbraio del 2008 si è svolto il seminario "La protezione civile nel Lazio: verso una nuova normativa regionale", organizzato dal Centro Alfredo Rampi Onlus e dall’Associazione culturale La Scossa.
Al seminario hanno partecipato numerose Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile, operatori istituzionali della protezione civile, singoli cittadini e rappresentanti del mondo della scienza e delle professioni.
Il confronto, iniziato con il seminario, è proseguito e le due Associazioni hanno continuato a lavorare, producendo alcune riflessioni e alcuni documenti che potrebbero essere fondanti per una globale riorganizzazione del sistema di Protezione Civile nella regione Lazio.
Ai numerosi dibattiti, sono stati invitati sia addetti ai lavori (operatori del settore e volontari), sia esponenti del mondo delle istituzioni e della società civile, con l’intento di definire un modello di riferimento per una articolata regolamentazione del sistema regionale di protezione civile.
Oggi, prendendo spunto proprio da quelle pragmatiche indicazioni che furono rimarcate nel corso del seminario e che miravano alla costruzione di un moderno modello di prevenzione, soccorso e solidarietà, capace di ampliare la partecipazione e di aprirsi a culture e professionalità nuove, si intende coinvolgere in questo dibattito i candidati a governare nei prossimi anni la Regione Lazio.
In una concezione moderna, la Protezione Civile non può e non deve significare sostituzione, duplicazione o sovrapposizione di competenze, bensì deve rappresentare una garanzia, senza soluzione di continuità temporale, della effettiva funzionalità di tutti i soggetti e di tutte le strutture, pubbliche e private, che concorrono al perseguimento, in maniera armonica e coordinata, dell'obiettivo globale di tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai rischi derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.
La Protezione Civile svolge un’attività fondamentale. Con il suo operato quotidiano contribuisce alla qualità della vita delle persone. Nel Lazio, la P.C. vive del lavoro di migliaia di volontari in tutta la regione, donne e uomini che tutti i giorni lavorano al servizio degli altri, con passione, impegno e grande professionalità. In tutto il Lazio, sono oltre 18 mila i volontari della Protezione civile, aderenti a circa 400 organizzazioni di volontariato di
protezione civile (associazioni e gruppi comunali). Ed è per queste ragioni che è importante riscrivere le regole della Protezione Civile del Lazio e svolgere, come regione, un ruolo anticipatore sul piano nazionale, come è già avvenuto con la Legge regionale del 1985.
Dal dibattito sulle varie tematiche di protezione civile è emersa la necessità di rafforzare il "Sistema" nel suo complesso, così come è emersa la necessità di una programmazione pluriennale delle attività e di una redistribuzione delle risorse sul territorio tra Regioni ed Enti locali, e questo sia per le attività di soccorso, sia soprattutto per quelle di
prevenzione e preparazione all’emergenza, mediante l’adozione di modalità e criteri condivisi e trasparenti.
È emersa, inoltre, la necessità che la Regione Lazio:

  • definisca ed approvi i profili professionali e i profili di competenza di quanti operano nell’ambito della protezione civile, sia a livello pubblico, sia nelle organizzazioni di volontariato;

  • definisca un’adeguata offerta formativa finalizzata alla formazione, addestramento ed aggiornamento degli "operatori" di Protezione Civile, basata su un’analisi dei fabbisogni formativi;

  • inserisca nell’ambito delle opere di urbanizzazione (primaria e secondaria) le opere e i presidi di "protezione civile" (aree di prociv, vie di fuga, segnaletica di emergenza, ecc.);

  • promuova l’associazionismo fra i Comuni per permettere anche ai piccoli Comuni di disporre di un servizio "adeguato" di Protezione Civile;

  • promuova la diffusione di una cultura orientata alla prevenzione degli eventi calamitosi, piuttosto che all’emergenza, attualmente più diffusa.

Il ruolo che le Organizzazioni di Volontariato di protezione Civile, che tutti gli Enti Locali e i singoli cittadini possono svolgere è importante e il contributo che deve dare la Regione Lazio al raggiungimento di questi obiettivi è fondamentale, anche alla luce del processo di innovazione avviato con l’approvazione nell’ottobre del 2006, da parte della Giunta Regionale, delle "Linee guida per lo sviluppo di un Sistema Integrato di Protezione Civile"
nella Regione Lazio.
Il nuovo Governatore del Lazio e la nuova amministrazione regionale, che verranno eletti nei prossimi mesi, dovranno impegnarsi ancor più che nel passato, a promuovere il Lazio come regione pilota nelle attività di P.C.
Per ciò che riguarda le linee programmatiche per il nuovo governo della regione, i firmatari di questo documento impegnano il Presidente, la Giunta e gli eletti alla Regione Lazio a perseguire i seguenti obiettivi principali:
1. Definire una nuova legge regionale di Protezione Civile, proponendo un moderno modello di prevenzione, soccorso e solidarietà, capace di partecipare alla gestione del territorio e alle sue emergenze con cultura, preparazione e professionalità nuove.
2. Attuare i principi di "partecipazione", favorendo l’integrazione della componente volontariato all’interno del sistema di protezione civile e la partecipazione attiva della popolazione, anche in forma associata, alle attività di protezione civile, condividendo le esperienze delle organizzazioni di volontariato.
3. Vincolare lo sviluppo del sistema regionale di p.c., delle sue linee politiche e delle sue forme attuative alla definizione di Programmi pluriennali di protezione civile e di Piani annuali di attuazione.
4. Istituire una "Consulta regionale di Protezione Civile", che assicuri la partecipazione dei soggetti pubblici e privati del sistema regionale di protezione civile e che dia obbligatoriamente un parere sui Piani pluriennali ed annuali di P.C., nella fase di approvazione.
5. Adottare per la "prevenzione" un approccio "unitario" e coordinato, che superi l’attuale forte distinzione fra prevenzione passiva (opere di presidio) e prevenzione attiva (monitoraggio del territorio, piani di emergenza e preparazione all’emergenza).
6. Definire, al posto del livello "comunale", livelli "locali" più omogenei (unioni di piccoli comuni, articolazioni sub-metropolitane, ecc.), che riescano a tenere meglio in conto le risorse territoriali disponibili, le sinergie fra le diverse realtà locali, l’efficacia delle risposte.
7. Attuare quanto contenuto nell’art. 9 della L.R. n.37/1985, cioè il regime "vincolistico" a livello di pianificazione territoriale, derivante dall’adozione ed approvazione dei piani comunali di protezione civile.
8. Definire, ai fini della riduzione dei rischi e della preparazione delle risposte, criteri e modalità per l’utilizzazione e ripartizione del Fondo Regionale di Protezione Civile, istituito dalla Legge 388 del 23 dicembre 2000, art. 138, comma 16 e per l’utilizzazione coordinata e concertata delle altre fonti di finanziamento: difesa del suolo, programmi comunitari, oneri di urbanizzazione, ecc.
9. Inserire nell’ambito delle opere di urbanizzazione (primaria e secondaria) anche le opere di "protezione civile" (aree di protezione civile, vie di fuga, segnaletica di emergenza, cartellonistica).
10. Promuovere il ruolo dei Comuni e delle Province e dei loro Amministratori, sia in termini di responsabilità, sia in termini di partecipazione all’individuazione delle esigenze del territorio, alla definizione delle priorità, alla ripartizione dei fondi statali e regionali
disponibili, alla trasparenza circa la loro utilizzazione, al monitoraggio e valutazione delle azioni intraprese.
11. Promuovere la costituzione di un Fondo locale di Protezione Civile, da utilizzare per il rafforzamento dei sistemi locali di protezione civile.
12. Definire e approvare le figure professionali e i profili di competenza degli operatori di protezione civile, necessari per lo svolgimento delle attività previste nell’ambito del complessivo Sistema regionale di Protezione Civile, e definire, di conseguenza, un’adeguata offerta formativa regionale finalizzata alla formazione, addestramento ed
aggiornamento degli operatori di Protezione Civile, appartenenti alle Organizzazioni di volontariato e alle istituzioni pubbliche, basata su un’analisi dei fabbisogni formativi.

I promotori:
Franca Rampi (Presidente Centro "Alfredo Rampi" Onlus)
Daniela Valentini (Presidente Associazione La Scossa)    

Chi volesse aderire al presente documento può inviare una mail di adesione all’indirizzo:
centrorampi@tiscali.it



 
 
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