Il fascino discreto del volontariato - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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Il fascino discreto del volontariato

Archivio > Dicembre 2009 > Protezione civile e volontariato

C.I.P. n. 9 - PROTEZIONE CIVILE E VOLONTARIATO
IL FASCINO DISCRETO DEL VOLONTARIATO
LA SOLIDARIETÀ, L'ALTRUISMO, LA VOLONTÀ DI UN'ITALIANA "NORMALE" COME ME
Alessia Rosa
Psicologa del lavoro e delle organizzazioni, socio PSIC-AR  (Psicologi dell'emergenze  Alfredo Rampi)

Secondo un sondaggio pubblicato di recente, sono circa sette milioni gli italiani che svolgono attività di volontariato.
Un esercito, una vera milizia pronta ad intervenire in difesa del territorio o in caso di calamità e  in difesa dei più deboli: malati, poveri, adolescenti difficili, immigrati, barboni, tossicodipendenti, carcerati, prostitute, alcolisti.
Si tratta di un grande serbatoio di umanità e di energie che fa immensa la nazione.
Il volontariato è diventato un fenomeno nazionale negli ultimi anni nato sotto la spinta delle grandi emergenze avvenute in Italia a partire dall'alluvione di Firenze del 1966, e successivamente dopo i terremoti del Friuli e dell'Irpinia.
Subito dopo il terremoto de L'Aquila dello scorso Aprile la macchina del volontariato si è tempestivamente messa in moto offrendo, nei primi momenti tragici dell'emergenza, sostegno, conforto, riparo.
Io sono entrata a far parte di questo mondo nell'ultimo anno non convinta pienamente che fosse la strada giusta da percorrere. Ho imparato attraverso l'osservazione dei colleghi, i vari insegnamenti e le esercitazioni quali sono i comportamenti da adottare e quali quelli da evitare.
Pensavo di aver appreso a sufficienza, di essere pronta, ma ci sono cose che non si possono insegnare, non sono scritte sui libri ma solo nell'animo delle persone.
Non c'è niente e nessuno che può insegnarti la voglia di aiutare gli altri, di convogliare le tue energie al fine di dare sollievo a qualcuno che soffre.
Solo grazie ad una visione della vita, in antitesi con l'ideologia attualmente in voga che sembra valorizzare principalmente il successo, l'egoismo, l'aggressività, si riesce ad intervenire in situazioni di emergenza e non, a porgere una mano, a dispensare parole che danno conforto a chi sta smettendo di sperare.
L'amore, la solidarietà, l'umanità fanno parte di ogni essere umano ma coloro che scelgono la strada del volontariato usano queste qualità al servizio del prossimo, in forma gratuita e senza nessun tornaconto personale.
Durante le giornate al campo San Vittorino de L'Aquila mi sono resa conto di quanto sia grande l'amore verso il prossimo, di quanto la soddisfazione di aver aiutato qualcuno, aver fatto sorridere un bambino o aver ascoltato i racconti degli anziani del campo, ripaghino l'animo dei volontari e cancellino ogni loro sofferenza, stanchezza, disagio.
Porgere una mano a coloro che hanno bisogno di aiuto dovrebbe essere un dovere da parte di tutti, a prescindere dagli errori o dai valori di coloro che aiutano.
La solidarietà, l'umanità, il coraggio, l'amore, la dedizione verso il prossimo non appartengono a nessun colore politico, nessuna fede religiosa, nessuna classe sociale. Scegliere di fare attività di volontariato con sincera motivazione significa fare propri i valori della solidarietà, dell'impegno, della responsabilità nei confronti di chi è meno fortunato, di chi arranca, di chi non ce la fa a tenere il passo in una società sempre più competitiva.
Offrire il proprio tempo e la propria disponibilità, in forma gratuita, per il bene del prossimo è la più nobile qualità che può esprimere un essere umano.
Adesso, a distanza di 8 mesi dal terremoto che ha colpito L'Aquila, sento che questa è la strada giusta da percorrere.
Ancora oggi, con difficoltà, riesco a spiegare le sensazioni, i pensieri, le emozioni scaturite dalla mia permanenza al campo di San Vittorino.  Un calore immenso che ti penetra nell'animo, un forte abbraccio che ti fa sentire protetta, che non ti fa sentire sola.
Credo che sia fondamentale creare una cultura della prevenzione del rischio che possa aiutare tutti in situazioni di emergenza, evidenziare l'importanza del gruppo in situazioni difficili, imparare ad avere paura senza vergognarsene, permettere a tutti di provare le sensazioni che ho provato io.





 
 
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