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C.I.P. n. 9 - PROTEZIONE CIVILE E VOLONTARIATO
ABRUZZO….6 MESI DOPO!
RICORDI, SENSAZIONI, EMOZIONI
Daniela Bianchi
Socio operativo N.O.A.R.
Sei mesi…sono già passati sei mesi da quel giorno di Aprile in cui hanno tremato terra e …non solo!
Posso dire che è stato intenso il mio primo periodo da volontaria…accidenti!
Sicuramente nessuno di noi si aspettava di dover affrontare un simile evento…io no di certo!
Eppure il terremoto è arrivato e tutti, chi più chi meno, siamo stati coinvolti, tutti noi abbiamo dato il nostro contributo.
Nel mio racconto a caldo ho parlato di fatti ed emozioni; era un racconto scritto di getto per condividere con i compagni del gruppo la moltitudine di sensazioni provate…oggi, dopo sei mesi, molte cose ancora sono successe e molte altre emozioni hanno arricchito il cuore di chi ha partecipato al "dopo"!
In questi sei mesi l’impegno e la presenza dei volontari dell'associazione NOAR a S. Vittorino (il paese in cui ha operato il Comune di Roma) sono stati costanti.
Ho avuto modo di prestare servizio altre due volte con il NOAR.
Ma, in servizio o no, non si poteva fare a meno di tornare, di andare a trovare le persone straordinarie conosciute, tornare a vedere come andavano le cose o se qualcosa ancora si poteva fare.
Pensavo di essere l’unica, o quasi, a sentirsi così, pensavo era "colpa" della mia emotività, del mio carattere….ma tornavo e … continuavo a vedere le stesse facce, gli stessi volontari, a volte in divisa, altre no!
Ho capito che per tanti di noi S. Vittorino non è stato "solo un servizio"….
Del resto, trovarsi lì nel momento dell’emergenza (io sono partita una settimana dopo il sisma) ha fatto sì che si lavorasse sodo, che si cercasse di aiutare la gente ad affrontare le prime emergenze della vita al campo che solo nelle settimane successive ha iniziato ad essere un po’ più organizzato.
Inizialmente non c’erano bagni, niente acqua, il freddo si faceva ancora sentire e anche il semplice mangiare due volte al giorno era un’impresa complicata….
Abbiamo dovuto far fronte a tutto questo, abbiamo cercato di rendere accettabile la situazione di queste persone che pure affrontavano tutto con grande dignità e coraggio.
Per loro abbiamo fatto molto, lo dico senza falsa modestia o presunzione….ma da loro abbiamo anche avuto tanto.
Non dimenticherò mai la gente in fila per il latte caldo la mattina…
Li ho visti appena svegli, costretti ad uscire al freddo, mettersi in fila, aspettare a lungo a volte, perché non si faceva in tempo a riscaldare il latte… eppure ringraziare sempre, sempre col sorriso! Sono lezioni di dignità ed educazione.
Non dimenticherò mai la loro gratitudine, la compostezza, la tranquillità.
Certo, non sono mancati i problemi, non sono mancati i momenti difficili, le crisi….ma in fondo anche questo è stato utile per noi.
Abbiamo potuto vivere e sperimentare le difficoltà reali che in una simile emergenza sono all’ordine del giorno, abbiamo scoperto che bisogna essere pazienti e comprensivi, ma anche sicuri e decisi.
Abbiamo imparato, almeno un po’, a gestirli questi problemi, a capire quanto sia importante il lavoro di squadra (soprattutto in campi dove si è un’unica grande squadra anche con le altre associazioni) e che, perché la squadra funzioni, sono necessari rispetto ed intelligenza da parte di tutti.
Sono lezioni importanti!
Magari sembrerà banale…ma essere un volontario è anche crescere come individuo, aiuta a diventare persone migliori.
Abbiamo montato tende, servito pasti, organizzato magazzini, accatastato legna, aiutato in cucina, pulito strade, scaricato camion di merce e fatto tante altre piccole cose ogni giorno…
Ma abbiamo trovato il tempo anche di parlare con le persone, di sedere con loro davanti al fuoco e cantare in barba al freddo e ..... a tutto il resto.
E’ stato naturale, in questi mesi, aver voglia di tornare….
Era un po’ come andare a trovare un amico per vedere come stava…. solo che in questo caso l’amico era un paese, un popolo, una regione intera.
Abbiamo gioito dei progressi, abbiamo visto il paese riprendere un po’ alcuni ritmi, alcune persone tornare alle loro case.
Abbiamo visto nascere nuove case e interi paesi e ora aspettiamo insieme alla gente d’Abruzzo di vedere quelle case animarsi di vita, aspettiamo di vedere smantellati gli ultimi campi (con la speranza che ognuno abbia una sistemazione dignitosa!)
E aspettiamo di tornare in Abruzzo spesso, sì, …ma soltanto a far visita a dei cari amici!