Esercitazione: lo strumento migliore per prepararsi alle emergenze - Conosco Imparo Prevengo

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Esercitazione: lo strumento migliore per prepararsi alle emergenze

Archivio > Agosto2014 > Formazione e scuola

C.I.P. n. 23 - FORMAZIONE E SCUOLA
ESERCITAZIONE: LO STRUMENTO MIGLIORE PER PREPARARSI ALLE  EMERGENZE
QUANDO TEORIA E PRATICA CAMMINANO INSIEME  

di Maria Teresa Devito                   
Psicologa e consigliere del Centro Alfredo Rampi


Operare nel campo delle emergenze, sia micro che macro, richiede una preparazione specifica degli operatori del soccorso, che si trovano a dover affrontare e gestire situazioni tra le più svariate e "impreviste". Diventa, quindi, di fondamentale importanza essere preparati ad affrontare le emergenze, disponendo di soluzioni organizzative efficaci, strategie di intervento  e di operatori preparati.
Nel campo della psicologia dell’emergenza non sempre si dispone di contesti operativi "protetti" dove svolgere le esercitazioni sul campo, e in cui gli psicologi che si stanno formando, attraverso percorsi teorici specifici e mirati su questo tema, possano mettere in pratica le nozioni acquisite e, di conseguenza, mettersi alla prova.  
Potrebbe sembrare anomalo usare le esercitazioni per testare le competenze di uno psicologo dell’emergenza, eppure è solo attraverso la partecipazione a questi importanti momenti formativi che ci si rende conto di quanto si è pronti, o non si è pronti, ad intervenire in contesti di emergenza.
Lo psicologo dell’emergenza deve, quindi, avere nel proprio "zaino dell’emergenza", non solo la conoscenza degli aspetti teorici (sapere cosa succede nella psiche delle persone in emergenza e sapere come farvi fronte) ma anche la conoscenza del contesto, in modo da saper effettuare una valutazione psicologica dell’emergenza in corso per attuare interventi appropriati. Lo strumento che può essere definito "prezioso" per sviluppare questa conoscenza è quello delle "esercitazioni".
Il Centro Alfredo Rampi Onlus organizza periodicamente esercitazioni destinate ai volontari esperti delle proprie sedi locali (e nello specifico agli psicologi dell’emergenza di PSICAR) e agli allievi del proprio corso di Alta Formazione in Psicologia delle Emergenze Ambientali e Civili.
Un’esercitazione ha come obiettivo quello di permettere uno scambio di esperienze e competenze tra le varie figure coinvolte nei soccorsi, in modo da permettere un miglioramento delle prestazioni in ambito di soccorso, e ideare delle procedure di intervento uniformi e condivise da tutti. Tale obiettivo è stato al centro dell’esercitazione che si è svolta nelle giornate del 28 e 29 giugno presso il Comune di Albano Laziale; esercitazione nata dalla collaborazione che il Centro Alfredo Rampi ha instaurato da anni con il Gruppo Comunale di Protezione Civile di Albano Laziale, e che ha coinvolto anche altre figure impegnate quotidianamente nel soccorso. Questa esperienza ha rappresentato lo step finale di  due percorsi formativi: la IV edizione del Corso di Alta Formazione in Psicologia del Centro Alfredo Rampi e la III edizione del Corso Formazione a 360° per Volontari di Protezione Civile del Gruppo di Albano Laziale.



Un momento dell’esercitazione

Nell'organizzazione e realizzazione dell’esercitazione hanno collaborato, con il Gruppo comunale di Protezione Civile di Albano Laziale, anche l'Associazione di Protezione Civile La Fenice 2010 di Ariccia, l’associazione ALFA di Aprilia, i Gruppi comunali di Protezione Civile di Genzano e Lanuvio, l'Associazione R2 Executive Team, la sezione Colli Albani dell'Associazione Radioamatori Italiani, i Comitati Locali di Croce Rossa dei Comuni dell'Appia e dei Colli Albani e i Vigili del Fuoco volontari del distaccamento di Nemi.
Un insieme di forze e competenze che si è confrontato in due giornate "esercitative e addestrative", sia sotto l’aspetto tecnico-operativo che del soccorso sanitario e psicologico, e che ha permesso ai partecipanti di sperimentarsi e vivere la "vita da campo", che spesso le emergenze portano con sé, compreso il pernotto all’interno del campo.



Una foto di gruppo degli psicologi di PSICAR insieme agli altri operatori del soccorso

Centrale è stata l’esercitazione che si è tenuta nella giornata di sabato 28 giugno, che ha visto la partecipazione e la messa in pratica di tutte le forze scese in campo.
Lo scenario pensato richiamava una realtà che negli ultimi tempi si verifica sempre più spesso: il crollo di una palazzina.
Nello specifico si è pensato al " crollo di due palazzine a causa di una fuga di gas".
Sin da subito sono state impiegate attivamente, per lo scenario operativo di intervento:
-  Squadre di soccorso sanitario della CRI con relative strutture e mezzi.
-  Squadre di soccorso psicologico – psicologi dell’emergenza Alfredo Rampi PSICAR.
-  Squadre di protezione civile per eventuale transennamento – sicurezza dell’area.

Le fasi dell’intervento hanno riguardato dapprima l’attivazione dei soccorsi locali (Protezione Civile Comune di Albano e Polizia Municipale), in quanto si verificata la necessità di allestire un campo di prima accoglienza dove trasportare le persone coinvolte nel crollo. Dal luogo dell’evento le vittime vengono trasportate, grazie all’intervento sanitario e psicologico, al campo di accoglienza. Qui inizia l’assistenza alla popolazione dal punto di vista operativo, sanitario e psicologico. Il tutto si è svolto nell’arco temporale di circa 6 ore, in cui ogni associazione ha potuto sperimentare e mettere alla prova le competenze dei propri volontari.


Un momento dell’esercitazione

Facendo un focus sull’aspetto psicologico, l’esercitazione ha visto la partecipazione di 16 psicologi dell’emergenza, suddivisi in:

  • Psicologi dell’emergenza  senior con ruolo di supervisori e operativi;

  • Psicologi dell’emergenza in formazione che hanno svolto sia il ruolo di vittime che di psicologi in operatività.


Tutte le vittime, adeguatamente preparate sotto l’aspetto psicologico, hanno "messo in scena" i copioni più svariati di sintomatologie tipiche che si presentano in eventi del genere. Ad esempio: ansia generalizzata, sindrome catatonica, aggressività per giungere a difficoltà di contenimento per una mamma sordomuta con neonato.



Simulazione del soccorso alla madre con neonato

Tutto ciò ha permesso alle squadre di intervento per il supporto psicologico di sperimentarsi e mettere in pratica, attraverso lo scenario simulato ma abbastanza realistico, le tecniche psicologiche acquisite durante il corso di formazione e di organizzarsi e muoversi in uno scenario che vede tante altre figure operative importanti che si attivano in contesti del genere.
Di estrema importanza, a fine esercitazione, i due momenti di debriefing gruppale, con tutte le forze operative intervenute, e di defusing di soli psicologi sulle fasi dell’intervento e sui vissuti e le procedure attivate.
Per l’analisi dettagliata di quanto emerso, dal punto di vista del soccorso psicologico, si rimanda ad altre sedi più appropriate e professionali all’interno delle quali discutere e apprendere più nello specifico quanto emerso.
Possiamo comunque sottolineare in questa sede, ancora una volta, quanto sia di fondamentale importanza la partecipazione a questi momenti esercitativi-formativi. Volendo usare una metafora, potremmo considerare questi momenti come un "sarto che permette di comprendere quali misure prendere per crearsi al meglio quel ‘vestito’ " da psicologo dell’emergenza, e scegliere sia quale colore si addice di più per dare risalto alle proprie competenze acquisite; sia quello che si addice di meno per riflettere sui limiti personali che si possono verificare in tali contesti.




 
 
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