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C.I.P. n. 19 - FORMAZIONE E SCUOLA
A SCUOLA DI LEGALITÀ NEL COMUNE DI CAVE CON IL CENTRO ALFREDO RAMPI
Piano di prevenzione al bullismo partendo dalle scuole
Michele Grano
Psicologo Clinico e dell’Educazione, esperto in Psicologia delle Emergenze
Figura 1: una brochure del progetto
Il progetto "NO BULLI – LEGALBUS" è stato promosso dal Centro Alfredo Rampi nel Comune di Cave (RM) in collaborazione con l’amministrazione locale e la Provincia di Roma. L’iniziativa è stata proposta agli alunni delle ultime classi della Scuola Primaria e alle classi della Scuola Secondaria dell’Istituto Comprensivo "Via Matteotti 11", tra febbraio e dicembre 2012.
Il progetto è partito con alcuni momenti formativi per gli insegnanti delle scuole coinvolte; successivamente sono stati realizzati gli incontri negli istituti scolastici.
La fase preliminare nelle scuole è stata caratterizzata dall’analisi del bisogno di legalità presso le classi coinvolte. Gli incontri hanno reso possibile una discussione con i ragazzi sui concetti di legalità ed illegalità. Le loro opinioni sono state raccolte attraverso una scheda composta da una parte compilativa ed una dedicata alla realizzazione di un disegno o un’immagine sulla legalità e l’illegalità. Alcuni ragazzi sono stati protagonisti di interviste più approfondite sulla tematica. Da una prima analisi dei dati si è evidenziato che i ragazzi accostano al concetto di sicurezza soprattutto la famiglia e gli amici, e poi le forze dell’ordine.
Fig. 2: Legalità e illegalità nel disegno di una ragazza della scuola media
È interessante notare che i disegni riguardanti la legalità presentano toni caldi e chiari (prevalenza di tinte gialle e colori pastello), che ispirano serenità, benessere, lucentezza. Le scene rappresentante sono incentrate su azioni di solidarietà e simboli di pace e unione. In particolare, in molti di questi disegni è presente un sole raggiante, che nell’interpretazione psicologica può essere considerato simbolo delle figure genitoriali, dunque delle norme e dei valori di affetto e sicurezza legati al contesto familiare.
Fig. 3 – Alcuni disegni sulla legalità
Viceversa, i disegni sull’illegalità sono realizzati con colori freddi e cupi (soprattutto blu, nero, grigio, verde scuro, marrone) spesso associati a paesaggi notturni e a condizioni climatiche avverse, che trasmettono un tono emotivo di tristezza e turbamento.
Fig. 4: raffigurazioni dell’illegalità
Ai ragazzi delle medie abbiamo chiesto di inventare delle metafore che illustrassero i concetti di legalità e illegalità secondo loro. Ecco alcune delle loro idee più originali:
L’ILLEGALITÀ È COME…
Un domino (se una persona commette qualcosa di illegale anche gli altri ne sentono le conseguenze)
Un terreno arido
Un rigore sbagliato con un portiere nano
Vivere senza regole
Un bruco per una mela
LA LEGALITÀ È COME…
Un campo fiorito
Un gol da centrocampo
Un vaso pieno di persone che ci aiutano
L’acqua per le piante
Inoltre, abbiamo proposto ai ragazzi una riflessione approfondita e dinamica su come legalità ed illegalità siano concetti legati a ciò che SI DEVE FARE e ciò che NON SI DEVE FARE, distinguendoli da ciò CHE SI PUO’ FARE e ciò che NON SI PUÒ FARE. Sono nate discussioni animate e originali, nelle quali abbiamo riscontrato che non sempre questi concetti sono chiari ai ragazzi. A partire dalle loro idee abbiamo riflettuto con lodo sulla comprensione delle azioni a partire dalle conseguenze che possono avere verso se stessi, verso gli altri e verso l’ambiente (antropico e naturale); è stato possibile, soprattutto con i ragazzi più grandi, avviare a questo punto una riflessione sulle tematiche della libertà e della responsabilità.
INTERVENTO NELLE SCUOLE ELEMENTARI
Gli incontri nelle classi elementari sono stati organizzati in tre giornate di lavoro:
nella prima giornata i bambini hanno accostato il fenomeno del bullismo, attraverso attività espressive e ludiche:
1. Racconto di una favola, successiva riflessione e dinamiche di gruppo, attività che ha coinvolto pienamente la loro immaginazione, permettendo un’identificazione mediata con gli attori presenti in uno scenario di bullismo. Ecco come alla fine dell’attività alcuni ragazzi hanno descritto il gatto-bullo protagonista della storia ascoltata: «Ciao mi presento, sono NIK, mi mostro coraggioso e forte»; «Io sono NIK, sono bravo ad acchiappare i topi e faccio un po’ lo sbruffone per coprire il mio dolore di quando ero piccolo». Queste invece le descrizioni del gatto-vittima: «Io sono MICIO, un po’ fifone e non sono tanto bravo ad acchiappare i topi… però ho rimontato e adesso sono perfettamente in grado di prendere topi»; «Io sono un po’ sfortunato e sembro debole, ma alla fine sono coraggioso e forte»; «Ciao, io sono un gatto timido e fifone, ma mi sento piccolo fuori e grande dentro»; «Sono MICIO, timoroso all’apparenza, ma in realtà ho un cuor di leone». È stato importante notare come alla fine di ogni incontro i ragazzi fossero concordi nell’affermare che il bullo è "uno che sembra forte, ma in realtà è debole", arrivando insieme a stigmatizzare le azioni prepotenti e aggressive come indesiderabili, e riconoscendo che quando avvengono tali azioni è tutto il contesto a soffrire (compreso il bullo che agisce gli atti violenti).
2. Realizzazione di brevi sketch su scene di bullismo, che hanno consentito di sperimentare le emozioni e i pensieri delle varie figure ancora più a fondo, mobilitando vissuti e sensazioni che solo la rappresentazione scenica riesce ad attivare, con effetti espressivi e liberatori.
nella seconda giornata abbiamo proposto l’attività realizzata in esterna "Un Click sul Territorio" che ha permesso ai bambini di raccogliere dati sulla presenza di azioni illegali nel paese di Cave, attraverso una scheda costruita per rilevare le condizioni di sicurezza del loro territorio. Durante l’uscita i bambini sono stati seguiti dal Legalbus. I bambini si sono divertiti a trasformarsi in piccoli "detective", a caccia di comportamenti illegali e pericoli da prevenire e contrastare;
nella terza giornata abbiamo chiesto ai bambini di creare alcuni cartelloni per illustrare graficamente i frutti della loro indagine. Dotati di una mappa del territorio visitato e di alcune foto scattate nel tragitto, hanno realizzato dei lavori colorati che testimoniano il percorso svolto e i pericoli individuati. I cartelloni sono stati svolti in piccoli gruppi, al fine di promuovere ulteriormente e concretamente le risorse relazionali e la capacità di collaborare, di superare insieme piccoli e grandi ostacoli, di rispettare i componenti del proprio e degli altri gruppi.
I ragazzi hanno mostrato grande entusiasmo ed interesse nei confronti delle attività. La buona collaborazione con le insegnanti ha favorito una buona conduzione dei gruppi. In alcuni casi è stato necessario lavorare sui sentimenti di paura e ansia legati al tema della prevaricazione e dell’illegalità, attraverso una metodica accattivante e divertente, ampiamente sperimentata dalla nostra Associazione, che permette di affrontare la paura e trasformarla in una risposta adattiva. Dai racconti dei ragazzi sono emersi alcuni episodi di atti bullistici, che si verificano prevalentemente fuori dall’istituto scolastico. Su questi aspetti specifici è stato attivato lo sportello di ascolto, attraverso il quale è stata possibile una più attenta analisi sulle difficoltà e sulle risorse in campo. In particolare, si sono presentate situazioni che hanno richiesto un doppio intervento di sostegno psicologico: il primo all’interno del gruppo classe durante i laboratori e il secondo nello sportello attivato sia per le insegnanti che per le famiglie di alcuni ragazzi che hanno presentato maggiori difficoltà e per i quali è stato attivato un percorso di "accompagnamento" per il delicato passaggio alla scuola media.
Fig. 5: dalla complicità alla solidarietà
INTERVENTO NELLA SCUOLA MEDIA
Anche i ragazzi della scuole medie hanno partecipato a tre incontri laboratoriali:
il primo ha coinvolto i ragazzi nell’analisi del fenomeno bullismo, a partire dalla tecnica del brainstorming su biglietti di carta, che ha offerto la possibilità di esprimersi in maniera libera e anonima sulla tematica, per poi discutere in gruppo sulle risposte emerse; successivamente abbiamo proposto anche a loro la messa in scena di alcuni sketch (realizzati con grande interesse e creatività, hanno permesso ai ragazzi di avvicinare le emozioni anche più dure connesse alla violenza, alla prepotenza, al bullismo in maniera divertente e catartica). In tutti i gruppi classe, sono sorte sempre discussioni vive e costruttive sul ruolo dei vari attori del bullismo. In particolare alcuni ragazzi si sono aperti al racconto alcuni episodi avvenuti a loro, soprattutto in passato, ed è stato possibile riflettere sui vissuti emotivi e cognitivi delle varie persone coinvolte. Abbiamo invitato i ragazzi a collaborare alla creazione di un contesto fatto di regole semplici e chiare, di rispetto, di riservatezza, di corresponsabilità e ciò ha permesso alla maggior parte di loro poter parlare liberamente e serenamente;
il secondo incontro, con l’attività "Un click sul territorio", ha permesso ai ragazzi di raccogliere i dati sulla presenza di azioni illegali a Cave, ponendo maggiore attenzione ad atti teppistici e vandalici, attraverso una scheda costruita per rilevare le condizioni degli spazi e dei luoghi che utilizzano più spesso nel loro territorio. Anche i ragazzi delle medie sono stati scortati durante il percorso dal Legalbus;
nella terza giornata, come per le elementari, abbiamo proposto ai ragazzi di realizzare alcuni cartelloni per mostrare gli esiti della loro ricerca, ovviamente commisurati alla loro età. In particolare abbiamo chiesto loro di aggiungere qualche "suggerimento per la legalità", e i ragazzi hanno lanciato numerose proposte, rivolte sia a loro stessi, sia agli adulti, sia alle istituzioni, per un paese più sicuro, legale, protetto, a partire da ciò che sapevano e che avevano potuto osservare con più attenzione durante il giro nel territorio. Per concludere abbiamo proposto una sorta di quiz finale a squadre, in cui ogni gruppo doveva rispondere sulle tematiche trattate nelle giornate precedenti. Una delle sollecitazioni riguardava l’inventare uno slogan contro il bullismo. I ragazzi hanno avuto tante idee creative e fantasiose (una per tutte, una frase ideata da una squadra, che può essere usata come motto del progetto: "Il bullo è un citrullo…").
I ragazzi hanno apprezzato il percorso svolto, che ha visto intrecciare le tematiche del bullismo con quelle più ad ampio raggio della legalità; hanno colto il senso di questa duplice dimensione, riflettendo sulla loro pelle sull’inconvenienza per i singoli e per la collettività di atti violenti e illegali rivolti verso gli altri, verso le cose, verso l’ambiente, verso il proprio paese (in particolare, confrontandosi insieme sull’episodio del furto di un computer della scuola da parte di un gruppo di vandali notturni). Il lavoro di gruppo nelle classi è stato essenziale, poiché è proprio nel gruppo che i ragazzi trovano le strade comuni per contrastare i fenomeni di bullismo e/o teppismo, nel momento in cui vengono riconosciuti come sconvenienti per il gruppo stesso; i gruppi classe incontrati sono all’inizio di questo percorso e, grazie agli stimoli e alle riflessioni del progetto, stanno iniziando ad attivare gli anticorpi collettivi contro violenze e prevaricazioni, per ricercare insieme risorse e strategie per promuovere percorsi di legalità, nella responsabilità e nella libertà. Sarebbe utile e interessante poter continuare a seguire l’andamento del cammino iniziato con questo progetto, soprattutto al fine di rafforzare ulteriormente alcuni elementi del sistema, rilanciare alcuni ragazzi che attualmente sono leader negativi o neutri verso un ruolo di leader positivo e propositivo, monitorare alcune situazioni che necessitano di attenzioni particolari, tutelare il passaggio dalle elementari alle medie e dalle medie alle superiori di molti dei ragazzi.
SPORTELLO PSICOLOGICO PER GENITORI E INSEGNANTI
Diversi insegnanti e professori hanno utilizzato lo sportello messo a disposizione dagli esperti del Centro Rampi per ricevere informazioni o consulenze rispetto a singoli alunni o alla dinamica del loro gruppo classe. Per alcuni è stato un momento per fermarsi e riflettere, per altri un confronto, un momento per trovare delle strategie di intervento efficaci, che tutti hanno trovato molto utile e formativo: "Poter scambiare con persone esterne e competenti fa sentire meno soli, a volte noi insegnanti in certe occasioni navighiamo a vista".
I genitori, invitati dalle insegnanti, hanno utilizzato lo sportello presentando specifiche difficoltà dei loro figli. La possibilità di condividere le paure e la fatica ha permesso loro di focalizzare al meglio la situazione e di pensare a delle modalità appropriate di "stare" in questa fase: "Pensavamo fosse il solito Progetto di studio per raccogliere dati sulla situazione del bullismo, invece sia nostro figlio che noi siamo stati sorpresi di trovare figure competenti che ascoltano e che insieme a noi e alle insegnanti cercano di trovare una strada valida per affrontare la situazione. Essere accompagnati in questo fa sentire meno soli".
CONCLUSIONE
Gli interventi effettuati hanno permesso di fare una valutazione del contesto che può essere articolata secondo i seguenti punti:
gli alunni della scuola elementare hanno individuato nell’adulto (inteso come famiglia, insegnanti, forze dell’ordine) la figura che li rende sicuri e protetti. Proprio tale riconoscimento ha permesso loro di raccontare episodi dove sono stati spettatori di atti bullistici e vandalici. Episodi che si sono verificati al di fuori dell’ambiente scolastico ma che, alcune volte, vengono portati anche all’interno della scuola. È stata rafforzata, grazie a questi racconti, un’adeguata modalità di reazione da parte dei bambini che chiedono di essere ancora accompagnanti in questo percorso. Soprattutto l’aspetto ludico con il quale si sono realizzate le attività, ha permesso un maggiore coinvolgimento, partecipazione e apprendimento da parte dei bambini che hanno espresso la loro speranza di continuare a "fare questa esperienza".
Il lavoro con gli alunni delle medie ha permesso di fare una valutazione di quanto sia necessario, per questi ragazzi, avere uno spazio "neutro" in cui portare le loro difficoltà, non sentendosi soli ad affrontarle. Molte di queste difficoltà sono legate sia al contesto familiare che a quello sociale. I ragazzi hanno utilizzato lo spazio proposto con questo progetto, prima con un po’ di diffidenza e successivamente con crescente motivazione e coinvolgimento. I gruppi classe sono accumunati dal bisogno di essere maggiormente supportati in questo momento di crescita, evidenziando come, proprio il passaggio alla scuola media, rappresenti una fase delicata di cambiamento e crescita, dentro la quale i ragazzi si sentono catapultati e in cui hanno spesso difficoltà a creare un legame tra loro ed individuare delle figure adulte di riferimento. Sono questi gli elementi sui quali abbiamo lavorato, cercando di porre dei punti stabili che i ragazzi possano utilizzare nel loro percorso di crescita.
Dagli incontri a scuola e dall’attività di sportello psicologico è emerso il bisogno degli insegnanti e dei genitori di poter avere a scuola un servizio informativo e di consulenza dove realizzare attività orientate all’ascolto e al sostegno.
Il progetto si è concluso con una bella manifestazione che si è tenuta il 7 dicembre 2012 presso il Teatro Comunale di Cave, nel quale è stata allestita una mostra con i lavori dei ragazzi partecipanti al progetto. Dopo i saluti e i ringraziamenti delle autorità, con Rita Di Iorio e Maria Teresa De Vito abbiamo presentato le attività realizzate e i risultati ottenuti. Nel corso della giornata, il Magistrato Elisabetta Pierazzi e il Presidente del Centro Rampi Daniele Biondo hanno risposto alle domande e alle curiosità dei ragazzi sulla legalità. Da parte di tutti si è auspicata la possibilità di dare continuità al progetto, attraverso nuove azioni da realizzare nelle classi coinvolte e in altre scuole di Cave.