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C.I.P. n. 16 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE
SICUREZZA IN STRADA
Gian Michele Bonarota
Psicologo, socio Psic-Ar
La Sicurezza è un Diritto dell’Uomo riconosciuto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo; l’art. 3 afferma che: «Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona […]» (cfr. Carta dei Diritti dell’Uomo- UNESCO).
Nelle Municipalità il servizio deve essere organizzato «nel e col metodo», questo concetto "costituisce l’articolazione fondamentale di un sistema integrato di sicurezza attraverso il quale il Comune pone in essere tutte quelle attività dirette a promuovere condizioni idonee a garantire la civile convivenza nella città".
In questi ultimi dieci anni il problema della sicurezza, all’interno del quale si incardina il processo di mediazione, è divenuto maggiormente importante per l’Ente Locale a causa di tre fattori:
aumento della richiesta di sicurezza da parte dei cittadini;
elezione diretta dei Sindaci che del tema ne hanno fatto programma delle loro campagne elettorali;
verifica da parte dei cittadini della soddisfazione del senso di sicurezza percepito.
Le attività circa la sicurezza locale sono variegate e si possono suddividere in due ampi filoni di intervento politico:
i sindaci optano per assumere tutta la domanda sociale di sicurezza con attività di prevenzione comunitaria e sociale, lasciando allo Stato l’ordine e la sicurezza pubblica attraverso il controllo e la repressione;
i sindaci indirizzano direttamente la domanda alle Autorità di Stato.
Le problematiche da affrontare possono essere suddivise in categorie specifiche:
Insicurezza Civile: contrasto alla criminalità e tutela dell’ordine pubblico (aree: reati predatori; violenza donne e gruppi «deboli»; vittimologia; giuridica e criminologia, sociale).
Disordine Urbano: le incivilities fisiche (atti vandalici, graffiti, etc.), comportamenti offensivi o molesti ("movida", alcoolismo, bande giovanili, rumore, etc.).
Stress culturale: dato dai rapidi cambiamenti della morfologia sociale e demografica, routine quotidiane ed ambienti di vita, problematiche sociali (stranieri, droga, prostituzione, etc.), recupero della rete sociale e delle nuove cittadinanze.
È interessante, a questo punto, riportare alcuni dati relativi agli incidenti all’interno del territorio romano, che fanno riferimento al I semestre del 2009:
incidenti stradali: 19.193
incidenti con danni alle cose: 10.651
incidenti con danni alle persone: 8.542
morti: 90 ( poco più dell’1% dei danni alle persone)
persone coinvolte illese: 11.079
persone coinvolte infortunate: 3.379
La casistica relativa all’età dei soggetti coinvolti in incidenti stradali vede le seguenti percentuali:
0-18 anni = 8% (871)
18-30 anni = 34% (3813)
31-50 anni = 40% (4577)
Oltre 50 anni = 18% (2780)
La casistica oraria, invece, mostra che circa l’83% degli incidenti si verifica nella fascia compresa tra le 8:00 e le 22:00. Nello specifico la fascia oraria tra le 8:00 e le 9:00 ha il maggior numero di incidenti: 1380 equivalenti al 7,1% del totale.
Il numero diminuisce nella fascia tra le 10:00 e le 14:00, per poi aumentare nuovamente tra le 15:00 e le 16:00. Segue una successiva diminuzione tra le 17:00 e le 19:00.
Il 45% delle morti e più del 75% degli incidenti stradali avviene nei centri urbani: una particolare attenzione, quindi, è riservata dai Sindaci al tema della Sicurezza alla circolazione stradale, non soltanto per una questione di sicurezza pubblica, ma anche per i costi sociali altissimi, legati agli incidenti, che ricadono sull’intera collettività nazionale. Nei centri urbani sono più alti i volumi di traffico con la contemporanea presenza di più utenti della strada, tra cui i cosiddetti utenti deboli (pedoni, ciclisti, motociclisti, anziani) che rappresentano la categoria più a rischio di incidentalità e con il più alto contributo di vittime.
Tali problematiche sono affrontate non solo a livello locale, ma anche nazionale, attraverso una serie di iniziative:
educazione e formazione stradale presso le scuole di ogni ordine e grado; sensibilizzazione degli adulti (alcolismo e tossicodipendenze) e dei professionisti (incidentalità) competenze psicologiche; obbligatorietà del patentino per ciclomotore. Codice della Strada art. 230;
Legge Regione Lazio art. 11 Legge 1/2005 che riguarda la sensibilizzazione e promozione nel contesto sociale territoriale;
prosieguo dell’attività provinciale per la Sicurezza stradale / Ordine psicologi del Lazio per il Servizio di Psicologia delle emergenze stradali S.P.E.S. ;
iniziative di promozione associative, civili, culturali (es. Centro Alfredo Rampi ONLUS, Psicologi dell’emergenza).
Numerose sono anche le iniziative internazionali: nel 2007 l’ONU ha organizzato la settimana Mondiale della Sicurezza Stradale invitando tutti i governi alla riduzione del 50% del fenomeno entro il 2010.
In quell’anno l’OMS indicava nel mondo 1.250.000 di morti per incidenti su strada. Nello stesso anno l’ISS, oltre ai decessi, stimava 3.125.000 di persone gravemente invalide di cui 25 milioni con esigenza di ricovero. Per quanto riguarda il nostro Paese, invece, nel 2007 l’ISS registrava 6.000 morti, 15.000 invalidi gravi, 120.000 ricoveri e oltre 1 milione di accessi al Pronto Soccorso (dati da: Il sistema Ulisse - Monitoraggio Nazionale sull’uso dei dispositivi di Sicurezza, a cura di F. Taggi, P. Marturano, G. Dosi, 2007, pag. 13).
Nella tabella sottostante, si riportano i referenti e i criteri relativi alla ricerca citata (op.cit., pag. 59)
IL PROGETTO ULISSE: OSSERVATORIO NAZIONALE
DI RILEVAZIONE SULL’USO DEI DISPOSITIVI DI SICUREZZA
Referenti giuridici
Europei: raccomandazione della commissione europea 2004/345/ce del 6 aprile 2004 punto 7.
Italiani: Consiglio dei Ministri marzo 2007 Criteri generali n.4; punto 4.2.1. (2).
Monitoraggio nazionale della sicurezza stradale, regionale e provinciale per la costituzione della RETE di monitoraggio per fornire al Governo nazionale ed agli operatori pubblici e privati che possono contribuire al miglioramento della sicurezza stradale ,un quadro certo delle problematiche, delle azioni intraprese e delle misure che hanno conseguito i risultati più soddisfacenti.
Al punto 4.2.4. (11) è previsto: Rilevazione e analisi di comportamento ad alto rischio al fine di impegnare nel modo più efficace le risorse finanziarie e professionali disponibili per le azioni di prevenzione/dissuasione/repressione […]
PROCEDURE E CRITERI DI RILEVAZIONE
La durata di ogni rilevazione è fissa (una ora).
Il punto dove si effettua la rilevazione è sempre lo stesso (via, piazza, ecc.).
Le rilevazioni hanno indicativamente cadenza mensile.
Lo schema di campionamento utilizzato è di tipo «stratificato».
Come proporzione nell’anno di utenti che utilizzano i dispositivi di sicurezza in un certo punto di osservazione si assume la media ponderata delle rilevazioni mensili effettuate nel punto stesso. Ponderando con la popolazione sottostante al punto, dalle osservazioni effettuate nei diversi punti di rilevamento appartenenti al territorio di uno specifico territorio (macro, regionale, provinciale)