Menu principale:
C.I.P. n. 10 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE
LA RETE EUROPEA PER L’ INTERVENTO PSICOLOGICO NELLE EMERGENZE
Danila Pennacchi
A.O. San Camillo Forlanini Roma Resp. Prevenzione e Gestione del Rischio Psicologico, Referente Piano Intervento Psicologico in Ospedale
Il Progetto Europeo IPPHEC (Improve the Preparadeness to give Psychological Help in case of Events of Crisis) ha rafforzato la collaborazione tra gli psicologi anche a livello europeo, collaborazione che in occasione di alcuni gravi eventi è stata attivata ed ha ulteriormente sottolineato l’importanza del lavoro in Rete tra gli psicologi che si occupano di Emergenza.
L’ultimo episodio si era verificato nel 2008 in seguito alla violenza subita da due turisti olandesi nella città di Roma, ricoverati presso l’ospedale San Camillo e successivamente indirizzati, dopo la dimissione, alle strutture olandesi competenti grazie all’attivazione ed all’intervento del Centro IMPACT (Dutch knowledge & advice centre for post-disaster psychosocial care ) di Amsterdam.
Il grave terremoto che ha colpito Haiti quest’anno ha ulteriormente confermato l’importanza di tale collaborazione ed ha fatto riflettere sulla necessità di creare una Rete europea pronta ad essere attivata in caso di calamità.
Nel caso del sisma di Haiti l’intervento psicologico nei confronti delle vittime è stato secondario al problema sicurezza delle vittime stesse e degli stessi soccorritori. Questa considerazione se da un lato non ha permesso un aiuto immediato, è stata utile per la programmazione di un lavoro di collaborazione tra psicologi provenienti da realtà internazionali diverse.
Ed è per questo motivo che si è messa in moto una attivazione che ha coinvolto tutti i paesi europei per arrivare sia a colleghi che stavano lavorando in Africa che a colleghi e a medici che erano già sul campo, in quanto haitiani sopravvissuti.
La Rete si è estesa attraverso molte mail passando dall’Italia ai colleghi di EFPA (European Federation Psychologists's Associations), alla Croce Rossa Europea , ai CUMP (Cellules d’Urgence Médico-Psychologiques) francesi, a IMPACT (Dutch knowledge & advice centre for post-disaster psychosocial care) e IvP (Instituut voor Psychotrauma) olandesi, al MHM (Mental Health Matter), Università, Associazione SOT (Survivor of Terrorism) e Associazione per la Pace inglesi, al Centro NKTVS (Norwegian Centre for Violence and Traumatic Stress) svedese, alla Royal Military Academy, Department of Behavioural Sciences, Stress e Trauma Research Centre belga, alla Military Medical Academy bulgara, al Centro de Estudos Sociais dell’università di Coimbra in Portogallo, alla Asociacion de Ayuda a Las Victimas del 11-M e Ospedale G. Maranon e Protezione Civile, spagnoli, alla Protezione Civile greca.
Il risultato è stato quello di trasmettere informazioni utili a chi era in procinto di partire, come per esempio la necessità di conoscere lo spagnolo e/o il creolo in quanto lingue locali, far conoscere le realtà già presenti sul campo (i CUMP presenti nell’isola Domenicana e medici e psicologi haitiani), mettere in contatto (fornendo nomi, mail e numeri di cellulare) coloro che sarebbero andati a portare il loro contributo con i colleghi di Haiti e di conseguenza permettere loro di collaborare ancora prima di trovarsi sul posto.
Per quanto riguarda l’Italia, la disponibilità a partire è stata data da più Associazioni, tra cui Psicologi per i Popoli nel Mondo e Psicologi dell’Emergenza Alfredo Rampi, ma non è stato semplice in quanto il Dipartimento di Protezione Civile Italiano, in questa situazione e soprattutto per i problemi di sicurezza già citati, non ha previsto l’utilizzo e di conseguenza l’invio anche di squadre di psicologi.
Psicologi per i Popoli nel Mondo è riuscita a portare il proprio contributo sia come Associazione che con il contributo dell’UNICEF e siamo in attesa di conoscere il lavoro iniziato.
Quanto brevemente descritto è stato il risultato di un lavoro di scambio e di condivisione di esperienze che si protrae da alcuni anni, ma ha messo bene in evidenza la spontaneità, la lungaggine dei tempi, la non risposta di alcuni a fronte di molti altri e soprattutto la difficoltà nel prevedere una partenza coordinata con il resto dei soccorsi. Chi lavora in emergenza sa bene quanto tutto questo sia poco efficace ed efficiente come risposta ad un grave evento ed è per questo motivo che è stato presentato un nuovo Progetto Europeo con l’obiettivo di creare una Rete europea di intervento psicologico che, attraverso una attenta pianificazione e organizzazione dell’intervento stesso, sia pronta ad essere attivata in caso di gravi eventi e di cui la Comunità Europea si faccia garante.