La tragedia di Ventotene - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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La tragedia di Ventotene

Archivio > Agosto 2010 > Psicologia delle emergenze

C.I.P. n. 11 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE
LA TRAGEDIA DI VENTOTENE
L’IMPORTANZA DEL SUPPORTO PSICOLOGICO IN TUTTE LE FASI DELL’EMERGENZA
Maria Teresa Devito
Psicologa, Vice Presidente PSICAR (Psicologi delle Emergenze Alfredo Rampi)

Una nuova tragedia lascia tutti senza parole. Il 20 Aprile un gruppo di studenti di Roma, durante un campo scuola sull’isola di Ventotene, viene colpito da un incidente dove perdono la vita due ragazze ed altri rimangono feriti.
Come altre volte è successo a seguito di episodi tragici, anche in questa occasione la nostra Associazione PSICAR "Psicologi delle emergenze Alfredo Rampi", è stata attivata per prestare soccorso sia ai ragazzi e professori rimasti sul luogo del disastro che alle famiglie delle due ragazze decedute che avevano appena appreso la notizia.
Quando l’Ufficio Extradipartimentale della Protezione Civile del Comune di Roma ha chiesto un nostro intervento, immediatamente uno dei nostri psicologi si è recato all’aeroporto dell’Urbe da dove è partito per Ventotene a bordo di un elicottero messo a disposizione  dalla Protezione Civile. Nel frattempo era arrivata anche la chiamata della responsabile del 118 Alessandra Ceracchi per chiedere la nostra disponibilità ad offrire supporto psicologico sul luogo dell’evento.
L’attivazione del servizio di sostegno, così come da protocollo PSICAR (psicologi delle emergenze Alfredo Rampi), si è concretizzata però anche nella messa a disposizione di psicologi per  il supporto dei  genitori delle vittime, i parenti, i compagni della scuola di Morena e i docenti della «Magnani». Particolare attenzione è stata prestata alla mamma di Sara (una delle vittime) che - ricevuta la notizia - ha sbattuto i pugni contro un vetro della scuola, si è ferita urlando: «Ditemi che non è lei. Non può essere» tanto da dover essere accompagnata al pronto soccorso per la medicazione, mentre i genitori di Francesca (l’altra vittima), abbracciati, hanno cercato di soffocare il dolore nel silenzio, prima di partire alla volta di Ventotene.
Durante la mattinata poi, al presidente dell’Associazione era stato anche detto che ci sarebbe stato bisogno di uno Psicologo che accogliesse i compagni di scuola delle due ragazze decedute che stavano per rientrare a Roma in anticipo dalla gita, così,  grazie alla rapidità e precisione nelle risposte del gruppo di psicologi dell’emergenza e l’efficacia della procedura comunicativa interna, ormai sperimentate varie volte, è stato possibile comunicare all’UEPC (ufficio extradipartimentale di Protezione Civile), in meno di 30 minuti, che  uno psicologo era pronto a recarsi all’aeroporto.
Questa prima fase di gestione dell’emergenza rimanda chiaramente all’importanza di avere ben definiti i criteri di attivazione che portano alla realizzazione del supporto psicologico in emergenza. Tutto questo è stato possibile perché l’Associazione PSICAR (psicologi delle emergenze Alfredo Rampi) è inserita e riconosciuta in una rete istituzionale, come strumento utile per fronteggiare emergenze di questo tipo e, soprattutto, perché i suoi Associati hanno il riconoscimento  come "psicologi dell’emergenza" e quindi figure preparate e dotate di una specifica tecnica di intervento.
La cosa importante nel campo dell’emergenza però, è non solo essere dotati della competenza interiore ma bisogna essere dotati anche di una competenza sociale. È dall’unione di queste due competenze che lo psicologo dell’emergenza può intervenire efficacemente, facendo riferimento ad un setting psicodinamico multiplo, quello che caratterizza il nostro gruppo di psicologi dell’emergenze e che permette di garantire un intervento uniforme su tutti coloro che sono coinvolti dall’evento.
La metodologia utilizzata nel servizio di emergenza prestato è stata quella di avere continui contatti da parte del gruppo di Psicologi intervenuti, non soltanto tra quelli rimasti nella scuola ma anche tra loro e il collega partito per Ventotene che ha avuto la possibilità di essere supportato per qualsiasi necessità, cosa  che si è dimostrata utile quando è cambiata per lui la richiesta iniziale: dovrà fornire il suo sostegno alle famiglie delle due ragazze decedute.
Dunque la gestione dell’emergenza di questa tragedia si è svolta su diversi fronti:
sostegno alle famiglie sul luogo dell’evento garantito dalla presenza costante di uno psicologo dell’emergenze a supporto dei genitori che si sono recati sul posto per il riconoscimento delle salme. Eventi del genere alterano il funzionamento mentale di un individuo che dovrà ricostruire nel tempo, partendo dal presupposto che tale evento ha totalmente modificato la sua vita. Avere un soccorritore psicologo, durante questa fase dell’evento, permette all’individuo di sperimentare il contenimento necessario che rappresenta la leva per indirizzarlo successivamente ad un percorso più individuale e profondo con personale qualificato. Lo psicologo dell’emergenza deve essere in grado, in contesti del genere, di leggere qualsiasi tipo di segnale che l’individuo rimandi, saper accettare e eventuali rifiuti o condividere i tanti silenzi che si possono creare, saper cogliere i messaggi che arrivano da tutti i canali comunicativi. Le parole del collega dopo che la madre vede la figlia deceduta: "non potrò mai dimenticare quella sensazione di abbandonarsi al mio sostegno mentre R. scoppiava in un pianto interminabile dopo aver visto la figlia nella bara"
sostegno ai familiari delle vittime a Roma, presso le abitazioni delle due vittime, dove è stato necessario fornire supporto psicologico a persone anziane e bambini (fratelli/sorelle delle vittime). Un gruppo di psicologi ha monitorato le condizioni psicologiche dei familiari con presenza h24, integrandosi efficacemente anche con i soccorsi sanitari intervenuti e pronti sul posto;
sostegno per il rientro dei compagni di scuola delle due ragazze decedute. Questo è stato un momento particolarmente delicato. Si è trattato di organizzare due interventi importanti di soccorso psicologico:
il primo solo con i genitori dei ragazzi che si trovavano in gita al momento della disgrazia, in attesa del rientro da Ventotene, perché avessero la possibilità di esprimere tutte le loro paure e angosce su cosa avrebbe procurato tale evento nei propri figli  e su come avrebbero dovuto comportarsi nei giorni successivi;
il secondo momento importante è stato quello di aver creato, in attesa dell’arrivo del pullman con i ragazzi,  un contenitore unico dove far condividere tutte le emozioni che ha scaturito questo evento.
La cosa importante a cui si è proceduto  è stata quella di portarli lontano dalle telecamere in un posto protetto e contenuto "psicologicamente" dove hanno potuto condividere individualmente e gruppalmente le emozioni. Qui i ragazzi è stata data la possibilità di fare domande sulle loro paure, permettendo l’elaborazione delle loro ansie e riuscendo a prendere la decisione di non voler restare a casa da soli il giorno successivo ma ritrovarsi a scuola. Lo stesso gruppo di psicologi dell’emergenze ha accompagnato, il giorno dopo, i ragazzi nel rientro in classe e resteranno accanto a loro anche durante i funerali delle compagne.
sostegno al corpo insegnanti e ATA. Il gruppo di psicologi dell’emergenza ha fornito sostegno sia ai docenti ed al personale ATA presenti nell’istituto, sconvolti anche loro dall’accaduto e preoccupati per il futuro dei ragazzi, visto anche l’impegno degli esami di terza media da affrontare, sia agli insegnati rientrati da Ventotene. È stato su questi ultimi che è si è svolto un ottimo lavoro di contenimento per fronteggiare il senso di responsabilità sull’accaduto. L’imprevedibilità di eventi del genere, sui quali l’uomo può esercitare poco controllo, per quanto possa essere un elemento importante da utilizzare per far uscire l’individuo dal senso di colpa, è difficile da comprendere. Comprensione che arriva dopo un lungo colloquio che termina con un pianto liberatorio. La riuscita dell’intervento è stato, anche in questo caso, creare uno spazio protetto di condivisione tra gli insegnanti, dove potessero condividere il senso di colpa vivo in ognuno di loro e dove sentirsi ben contenuti e supportati ad esprimere le loro emozioni negative che l’evento ha portato;
sostegno alle famiglie durante i funerali. Esserci e lasciare spazio allo sfogo del doloro è il compito svolto dallo psicologo in questa fase del soccorso. I funerali rappresentano il momento del distacco e del saluto, la concretizzazione di quello che è accaduto. Il supporto psicologico si è molto concentrato sui fratelli più piccoli delle vittime, che sono stati accompagnanti alla comprensione di come si sarebbe svolta la giornata, alle possibili reazioni di pianto e dolore che avrebbero visto e vissuto, reazioni che le persone possono avere quando il dolore è tanto. Le famiglie sono state supportate in tutti i momenti della giornata, dall’arrivo in chiesa fino alla sepoltura ed accompagnati infine, alle loro case;
sostegno alle famiglie nei giorni successivi all’evento per l’accompagno alle strutture sanitarie di zona;
contatti con le strutture sanitarie del territorio. Già il giorno successivo l’evento si è svolto un incontro tra il dirigente scolastico, gli psicologi dell’emergenze, la psicologa dello sportello d’ascolto della scuola e i rappresentati dell’USL sia per il servizio adulti che materno - infantile. Tale incontro ha permesso di fare un valutazione su ciò che stava accadendo e predisporre un piano di sostegno per i giorni successivi, sia per le famiglie che per tutto l’istituto scolastico.

La squadra di psicologi dell’emergenze ha quindi attivato competenze multiple per fronteggiare tale evento traumatico, realizzando, nella stessa fase di soccorso, interventi differenziati: di soccorso psicologico alle famiglie e interventi sui gruppi.
Non meno importante è stata l’ottima collaborazione con tutti gli altri preposti al soccorso ed al coordinamento per la gestione dell’evento.  


 
 
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