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C.I.P. n. 6 - FORMAZIONE E SCUOLA
IO SOTTO LA PIOGGIA
COME I BAMBINI VIVONO I RISCHI DELL’AMBIENTE
Chiara Budini
Psicologa dell’Educazione e Psicologa del Benessere nel Corso di Vita
(continua da CIP n.5 agosto 2008)
Spunti applicativi
I risultati ottenuti dall’analisi dei disegni del Bambino sotto la pioggia rivelano importanti informazioni relative alla percezione del rischio ambientale da parte dei bambini di I e II elementare e offrono dati utili per intervenire psicopedagogicamente.
È evidente dalle tabelle sopra proposte che tra i bambini di I e quelli di II elementare cambia nettamente il modo di percepire l’ambiente: mentre già a 7 anni prende posto una visione più realistica del quartiere e dei suoi problemi e i bambini iniziano a trovare in se stessi le risorse per proteggersi, i più piccoli trovano le proprie difese nelle figure genitoriali perchè i pericoli che avvertono hanno origine intrapsichica più che esterna.
Nei seminari di psicomotricità e psicopedagogia del rischio ambientale si propongono fin dalla I elementare delle attività che promuovono la percezione realistica del rischio e la scoperta delle proprie risorse interne per affrontarlo attraverso dei percorsi guidati in cui i bambini sono inizialmente persi per mano dagli adulti e poi progressivamente seguiti a distanza. Queste attività favoriscono il passaggio alla percezione realistica dei pericoli e l’acquisizione di una sempre maggiore autonomia e autoefficacia nell’affrontarli.
D’altra parte la serietà e spesso lo spavento con cui i bambini di II elementare disegnano se stessi sotto la pioggia richiede un intervento di normalizzazione: i seminari propongono anche un percorso di scoperta dell’emozione paura, insegnando ai bambini come usarla a loro favore.
L’analisi dei disegni suggerisce infine alcune varianti negli obiettivi educativi da conseguire nelle diverse zone considerate.
Nella zona Prenestina, dove il Centro Rampi opera da anni e dove il quartiere è molto vissuto, è chiaro che i bambini percepiscono il rischio ambientale come una sfida: è percepito e rilevato, crea sentimenti di insicurezza eppure è molto alta la percentuale di proattività, di iniziativa e di ottimismo presente tra i bambini. Essi hanno imparato a cercare nell’ambiente stesso le risorse per viverlo ed esso effettivamente le offre.
Nella zona Casilina l’ambiente è globalmente percepito come più incombente e pericoloso e i bambini trovano scarso appoggio nei genitori. In questa zona l’obiettivo primario sarà ridimensionare la percezione di pericolo insita nell’ambiente come insieme, favorendo piuttosto la rilevazione delle singole situazioni problematiche e la scoperta delle risorse individuali per affrontarle.
Nella zona Prati, infine, l’ambiente non è percepito come pericoloso e la presenza dei genitori è rassicurante, tuttavia i bambini manifestano un’ansia di natura intrapsichica in risposta allo stimolo frustrante. È probabile che tale ansia diminuirà nella misura in cui sarà promossa l’autonomia di questi bambini: sarà importante che scoprano in se stessi quelle risorse che attualmente trovano nelle figure di riferimento.
Conclusioni
Il disegno del bambino sotto la pioggia si è rivelato uno strumento importante nell’ambito della psicopedagogia del rischio ambientale, sia come attività di espressione per i bambini, sia come strumento d’indagine per gli psicologi che intervengono nelle scuole. I dati forniti dall’analisi dei disegni sono interessanti per la comprensione della relazione dei bambini con l’ambiente come pure per calibrare le attività seminariali e didattiche alle esigenze dei bambini.