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C.I.P. n. 6 - RECENSIONI
Seminario scientifico PSIC-AR
La formazione psicologica per i professionisti dell’emergenza
Michele Grano
Psicologo, volontario del Servizio Civile presso il Centro Alfredo Rampi
Il 14 novembre 2008 presso la Provincia di Roma si è tenuto il seminario scientifico "La formazione psicologica per i professionisti dell’emergenza" promosso dall’associazione PSIC-AR (psicologi delle emergenze Alfredo Rampi). I lavori sono stati introdotti dal "padrone di casa" Claudio Cecchini, Assessore alle politiche sociali della provincia di Roma. L’Assessore ha ribadito l’importanza di una formazione seria e continuativa per tutti gli operatori che operano nel campo delle emergenze ed ha evidenziato il grande apporto che gli psicologi dell’emergenza possono dare per la gestione emotiva durante la fase del soccorso alle vittime e ai soccorritori, per la sensibilizzazione di tutti i cittadini ai rischi nel proprio territorio e una migliore gestione psicoemotiva degli stessi; infine ha espresso la sua particolare stima nei confronti del Centro Alfredo Rampi per la trentennale attività nel campo della formazione alla gestione dei micro e macro rischi ambientali.
Il convegno ha rappresentato un’interessante occasione di confronto tra le istituzioni e i principali interpreti del mondo dell’emergenza presenti sul territorio romano; i partecipanti hanno potuto ascoltare contributi e testimonianze autorevoli che si sono susseguiti nel corso della mattinata. I diversi relatori si sono soffermati, ciascuno secondo la propria prospettiva, sull’importanza della preparazione psicologica in ambito emergenziale, sottolineando il valore di un’assistenza immediata, tanto più efficace quanto più rapida possibile, per il recupero del benessere psicologico delle persone che hanno vissuto esperienze catastrofiche e per la prevenzione dei loro effetti.
La parola chiave che è sembrata risaltare in diversi interventi, come necessità assoluta per la costruzione di una vera e propria cultura dell’emergenza, è "sinergia". Sinergia tra i diversi attori sociali impegnati nei processi di studio, progettazione ed intervento nelle emergenze; sinergia e lavoro di rete, declinati al passato (considerando la collaborazione in atto tra istituzioni e associazioni presenti sul territorio che ha già prodotto grandi passi in avanti nel campo della pianificazione, dell’intervento e del soccorso nelle emergenze), ma anche al futuro, con la consapevolezza che la strada da percorrere è ancora lunga e complessa, per quanto riguarda l’ideazione di strategie preventive ed esecutive condivise.
Ampliando tali riflessioni, è stata auspicata in più interventi l’attuazione di politiche che in maniera sempre maggiore tengano presente e coinvolgano la cittadinanza, poiché non è pensabile un sistema di protezione civile che non parte dalla corretta informazione, preparazione, formazione e corresponsabilizzazione dei cittadini: la cultura dell’emergenza può svilupparsi solo nella misura in cui cresce l’attaccamento di ciascuno al proprio territorio e alla propria comunità, che si esplica nell’impegno a offrire il proprio contributo per la realizzazione del bene comune.
Per raggiungere tali scopi bisogna scommettere primariamente sull’impegno formativo nell’ambito delle emergenze e, più in generale, nella sfera socio-politica. È stata ribadita l’importanza di una formazione specifica e mirata, volta a creare una classe di esperti nel settore, ed anche, come si accennava, di una formazione più estesa e onnicomprensiva capace di generare percorsi di partecipazione indispensabili nella preparazione e nella gestione di eventi calamitosi collettivi.
A tal proposito, durante la mattinata di studio è stato presentato il corso di alta formazione "Prevenzione e gestione delle emergenze ambientali e civili" organizzato dal Centro Alfredo Rampi in collaborazione e con il patrocinio dell’ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro). L’obiettivo del corso è proprio quello di formare professionisti in possesso di competenze variegate inerenti l’area della prevenzione, della ricerca, dell’informazione e della formazione, del soccorso, della post emergenza.
La presentazione del corso è stata realizzata dal dott. Daniele Biondo, il quale nella sua lezione Sopravvivere alle emergenze ha esposto i fondamenti teorico-applicativi dell’offerta formativa che il corso intende attuare: si tratta del "Modello psicodinamico multiplo per le emergenze" un metodo culturale e scientifico elaborato con la collega Rita Di Iorio all’interno del Centro Alfredo Rampi per orientare gli interventi di prevenzione e di soccorso finalizzati a preparare i cittadini a sopravvivere alle emergenze e ad acquisire la cultura della sicurezza e della protezione civile. È modello integrato che permette di affrontare le tematiche legate al trauma delle vittime ed i sentimenti negativi ad esso associati e, inoltre, di fare formazione e ricerca al fine di preparare i cittadini a fronteggiare i rischi ambientali.
Il modello è composto da tecniche di intervento psicologico orientate dalle moderne conoscenze psicopedagogiche (psicopedagogia del rischio ambientale) e dalle conoscenze psicoanalitiche, rispettose dell’autonomia individuale e del potenziale creativo presente in ogni essere umano.
Biondo ha sottolineato che l’intera metodica è incentrata sulla proposta di educazione emotiva ai rischi ambientali, che ha come obiettivo costruire nelle vittime diverse competenze: la capacità di tolleranza affettiva e di elaborazione cognitiva di strategie di autosoccorso, le competenze sociali per poter usufruire del sostegno gruppale e delle forme di autoaiuto, la capacità di elaborare l’esperienza traumatica. A questo proposito, molto interessante è parso il concetto di "funzione civilizzatrice" rivestita dal soccorritore: attraverso interventi di soccorso psicologico profondo egli esercita un ruolo di "garante" della sopravvivenza dei processi e delle formazioni intrapsichiche delle vittime, attaccate dall’esperienza catastrofica, per aiutarle ad elaborare i vissuti traumatici.
Al termine della interessante lezione del dott. Biondo, il seminario si è concluso con un dibattito partecipato e vivo, animato da numerose domande, testimonianze e sollecitazioni che gli intervenuti hanno rivolto ai diversi relatori.