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C.I.P. n. 7 - FORMAZIONE E SCUOLA
LA MIA PRIMA ESERCITAZIONE IN EMERGENZA
TRA CURIOSITA’ E AGITAZIONE
Lucietta Amorosa
Dottore in psicologia, allieva corso Alta Formazione in psicologia dell’emergenze ambientali e civili
17 gennaio: finalmente è arrivato il giorno dell’esercitazione, giorno da me tanto atteso, ma nello stesso tempo tanto "temuto".
Sono all’incirca le 12:30 quando, insieme a due miei colleghi, sono pronta per partire e per avventurarmi in questa nuova esperienza. Il tragitto per raggiungere Case Rosse, il luogo stabilito per l’esercitazione, è stato caratterizzato da mille domande, dubbi, perplessità….Continuamente cercavo di immaginare i vari ruoli da ricoprire, la mia reazione di fronte ad uno scenario di emergenza (seppur simulato), e tanti tanti altri pensieri si sovrapponevano nella mia mente. Diciamo che ero piuttosto preoccupata, ma contenta!!
Appena arrivati ci siamo un attimo rilassati e abbiamo cercato, con diversi tentativi, di capire quale fosse lo scenario di cui saremmo stati protagonisti. Tra una risata e l’altra, ecco che il dott. Biondo
ci chiama…. Capisco che è arrivato il momento di prepararsi e di passare all’azione.
Sinceramente ho sperato fino alla fine di poter simulare uno dei feriti, semplicemente perché non amo molto espormi e parlare. E invece no….mi è toccato il copione di un familiare!!!
Di seguito descrivo brevemente il mio ruolo: ero la sorella di un ragazzo, che in seguito allo scoppio di una palazzina (dovuto ad una fuga di gas), era rimasto ferito agli arti superiori e inferiori. Mia madre era morta anni prima dopo una malattia e io avevo assunto un po’ il ruolo materno all’interno della famiglia. Al momento dell’incidente mio padre era al lavoro ed io ero preoccupatissima di dovergli dare questa notizia. Da un punto di vista psicologico la sindrome da simulare era il disturbo acuto d’ansia.
Nonostante avessi ben presente nella mia testa tutti i consigli e le raccomandazioni del dott. Biondo, non è stato semplice iniziare l’esercitazione con uno stato d’animo tranquillo e rilassato. Ero molto agitata oltre che per il fatto di dover "recitare", anche per una mia eventuale reazione negativa ad uno scenario di emergenza. Ho cercato di calarmi nel ruolo, purtroppo però non sono stata così brava come i miei colleghi…Non sono stata in grado di esprimermi pienamente, ero molto controllata (soprattutto all’inizio), attenta a quello che mi stava accadendo intorno e distratta dalle voci e dalle grida degli altri. Gradualmente però sono riuscita, anche se solo in parte, ad immedesimarmi nella situazione, a simulare la sindrome e dentro di me si è verificata una strana condizione. Ho avvertito una reale sensazione di disagio, ossia mi sono resa conto che, a differenza degli altri figuranti-familiari, io ero sola. In quel momento così pieno di angoscia e preoccupazione non avevo accanto una persona a me cara, un familiare con cui sfogarmi e condividere il mio dolore e che potesse darmi il conforto di cui avevo bisogno.
E’ stato allora che si è rivelato fondamentale l’intervento psicologico, nel corso del quale mi sono sentita a mio agio e meno "imbarazzata" rispetto al resto dell’esercitazione.
E’ stato abbastanza naturale instaurare la relazione con l’operatore-psicologo soprattutto perchè, come modalità comunicativa, ha utilizzato prevalentemente il linguaggio non verbale (senza risultare troppo invadente): il contatto fisico, lo sguardo, piccoli gesti (porgermi un bicchiere d’acqua) hanno permesso di esprimermi da un punto di vista emotivo e di parlare con una maggiore serenità.
In conclusione devo dire che è stata un’esperienza davvero significativa e importante.
Nonostante non sia stato semplice simulare, mettermi in gioco e calarmi pienamente nel ruolo che mi era stato assegnato, sono contenta di aver partecipato e soprattutto di aver provato una serie di emozioni e sensazioni che mi hanno fornito, nei giorni successivi all’esercitazione, interessanti spunti di riflessione su me stessa, sul mio comportamento, sul mio carattere, sui miei limiti, sulle mie debolezze e sui miei punti di forza.