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C.I.P. n. 7 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE
ORDIGNO BELLICO RITROVATO IN ZONA CASILINA
INTERVENTO DEGLI PSICOLOGI PER FACILITARE L’EVACUAZIONE DELLE CASE
LUANA PROIETTI
Psicologa clinica e di comunità, collaboratrice Centro Alfredo Rampi
ROMA 8 MARZO. Oggi è stato fatto brillare un ordigno bellico, risalente alla seconda guerra mondiale, rinvenuto nel parcheggio del Policlinico Casilino, in via Pietro Belon nel quartiere di Tor Tre Teste.
Ad operare il disinnesco della bomba sono stati tre artificieri del VI Reggimento Genio Pionieri dell’Esercito. Per preparare l’operazione e quindi la messa in sicurezza della popolazione del quartiere hanno collaborato l’Ufficio Extradipartimentale della Protezione Civile del Comune di Roma e le Forze dell’Ordine. L’evacuazione si è estesa per un raggio di 350 metri dal punto di rinvenimento dell’ordigno, sgomberando dall’area complessivamente 60000 persone.
PSICAR, la nostra associazione di Psicologi dell’emergenze Alfredo Rampi, è stata attivata dal comune di Roma per collaborare all’evacuazione dalle abitazioni delle persone che si trovavano nel raggio di disinnesco dell’ordigno e per offrire sostegno psicologico (ove necessario) nel centro di accoglienza allestito presso la Caserma XI Battaglione di via Casilina 1014.
L’appuntamento degli psicologi di PSICAR, sei per questa giornata, è stato davanti al camper della Protezione Civile, sito in via Pietro Belon 145, strada antistante alla posizione della bomba.
Già dai giorni precedenti abbiamo ricevuto delle richieste d’intervento, come, ad esempio, quella di convincere un’anziana coppia di coniugi ad allontanarsi dalla propria casa. La coppia, come anche altre persone con le quali siamo intervenuti, ha avuto dei veri e propri attacchi di panico dovuti alla paura della perdita della loro casa: dai colloqui è emerso che, nonostante fosse stato già spiegato loro che il quartiere e le case sarebbero state sorvegliate dalle Forze dell’Ordine, essi temevano di lasciare la loro abitazione per paura dei ladri o addirittura temevano l’esplosione dell’ordigno a causa di artificieri distratti o incompetenti. Il lavoro effettuato con questi coniugi, ed anche con altre persone che lamentavano le stesse paure, è stato quello di cercare di tranquillizzarli fornendo loro il maggior numero di informazioni possibili circa l’evento e di cercare di stabilire un rapporto empatico in modo da farli sentire capiti. In queste situazioni infatti la figura dello psicologo è molto importante perché può rappresentare un punto di riferimento e di appoggio emotivo: infatti in emergenza l’individuo perde i suoi abituali punti di riferimento e lo psicologo, fungendo momentaneamente da punto di riferimento, può aiutare le persone a crearne o ricrearne dei propri. In questo caso, le due colleghe che hanno dato il loro sostegno, sono riuscite a persuadere i due anziani a lasciare l’abitazione e a trasportarli nel centro di accoglienza, dove hanno continuato ad ascoltarli.
E’ emerso chiaramente da questa giornata, che non prevedeva particolari situazioni difficoltose, come in alcune persone, durante momenti d’emergenza possano riemergere conflitti e traumi precedenti. Questo è l’esempio di una giovane donna, che, trovatasi nel panico ha esplicitamente chiesto l’aiuto di uno psicologo maschio per parlare (a volte c’è la difficoltà di parlare con persone dello stesso sesso): sono emersi chiaramente problemi che andavano oltre la paura della giornata.
Io e un’altra collega siamo state chiamate dalla polizia allo scopo di far evacuare di casa due persone: una ragazza disabile ed un signore anziano che avevano paura di uscire di casa. Gli interventi, anche in questi casi, sono consistiti nel fornire maggiori informazioni per tranquillizzare le persone circa l’evento, cercando di entrare in sintonia con loro attraverso la comunicazione e cercare di focalizzare la loro attenzione sugli aspetti positivi e ludici della giornata allontanandoli così da potenziali pensieri "catastrofici", come l’eventuale perdita della propria abitazione a causa di un’accidentale esplosione dell’ordigno o semplicemente il disagio di non poter disporre delle proprie abituali comodità per alcune ore.
Una volta evacuate tutte le persone dalla zona stabilita, ci siamo ritrovati nel centro di accoglienza.
lo psicologo tra i volontari
Il clima primaverile, caratterizzato da una calda giornata di sole, ha aiutato notevolmente l’organizzazione della giornata permettendo a tutte le persone che si sono trovate a trascorrere nella caserma alcune ore, di usufruire a pieno del bel giardino sito in essa.
Le richieste pervenute al gruppo di psicologi, sono state quelle di fare dei colloqui o delle chiacchierate, ovviamente all’aria aperta. Gli argomenti trattati hanno spaziato dai problemi personali, a richieste di rassicurazione riguardo all’operazione di disinnesco e la sicurezza delle proprie abitazioni. Ci sono state poi delle richieste che partendo dal problema della giornata, si allargavano poi a tutta la persona e alle sue problematiche quotidiane. Anche un intervento semplice come questo che poteva essere di routine in alcune persone ha scatenato diverse esigenze ed è stato importante avere ed attivare la rete psicologica e sociale della nostra associazione. In tutti questi casi il nostro compito di psicologi d’emergenza è stato quello di fornire più informazioni possibili, sull’evento, sui bisogni delle persone e sui possibili interventi, e cercare di rassicurare le persone più agitate. E’ stato altresì interessante constatare che nonostante appunto la routine della giornata, un grande numero di persone abbiano espresso l’esigenza di essere sostenute da uno psicologo o semplicemente di poter parlare con esso, segno della necessità e della grande richiesta della nostra figura.
Verso le tredici, l’operazione era già conclusa ed i Vigili del Fuoco hanno comunicato la fine delle operazioni e quindi emergenza rientrata. La popolazione poteva rientrare nelle proprie abitazioni.
I volontari della Protezione Civile hanno distribuito il pranzo nel centro di accoglienza in un clima di gioia e serenità per l’operazione andata a buon fine.
gli artificieri dopo il disinnesco della bomba