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C.I.P. n. 2 - FORMAZIONE E SCUOLA
INSEGNARE AI BAMBINI A GESTIRE LA PAURA
Chiara Budini, dottoressa in Psicologia dell’Educazione e dello Sviluppo
Luana Proietti, dottoressa in Psicologia Clinica e di Comunità
Roberta Palombelli, laureanda in Psicologia dello Sviluppo e della Salute in Età Evolutiva
Nel mese di maggio il Centro Rampi su richiesta dell’Ufficio del volontariato del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, ha effettuato degli interventi di educazione alla gestione emotiva nelle emergenze in alcune scuole elementari di Roma.
Questo intervento nasce con lo scopo di promuovere la consapevolezza delle emozioni che insorgono in situazioni d’emergenza, e sottolinea quanto un buon riconoscimento e una buona padronanza di queste siano fattori importanti per la prevenzione degli incidenti.
Il lavoro con i bambini nelle scuole si basa, infatti, proprio su questo punto: sviluppare consapevolezza delle proprie emozioni al fine di migliorarne la gestione in caso di pericolo.
L’intervento si articola in due fasi: una effettuata in classe ed un’altra in palestra.
In classe si definiscono i concetti di Protezione Civile e di emergenza. Si parla anche delle emozioni che si provano in situazioni di pericolo e del loro ruolo in emergenza. Si insegna a riconoscerle e si spiega quanto queste emozioni siano utili nelle situazioni di pericolo in quanto ci permettono di essere più attenti e vigili rispetto a ciò che accade intorno.
L’intervento in classe termina con la richiesta fatta ai bambini di disegnare la cosa o la situazione che fa loro più paura.
1 Gli alunni della scuola elementare Aldo Fabrizi che eseguono il disegno
La seconda parte dell’intervento è effettuata in palestra. Vengono proposti dei giochi allo scopo di attivare nei bambini un arousal simile a quello che potrebbero sperimentare in situazioni di pericolo, spiegando che, in queste ultime però, oltre ad una attivazione psicoemotiva, proverebbero anche ansia.
I bambini sembrano molto felici di fare questi giochi e nello stesso tempo sembrano riconoscere facilmente le emozioni che vivono in quel determinato momento.
Dopo aver indotto questo stato di attivazione attraverso il gioco, l’intervento si conclude con una forma di training autogeno abbreviata, che permette ai bambini di rilassarsi e di entrare in contatto con il proprio mondo interno. Al termine del training si discute sulle emozioni provate e sulle immagini scaturite durante il rilassamento.
A conclusione dell’intervento i bambini generalmente sono essere in grado di riconoscere le emozioni che emergono in situazioni di pericolo, di conoscere quali tecniche possono permettere il controllo e la padronanza di queste emozioni, nonché avere fatto esperienza di rilassamento.
In tutte le classi in cui è stato effettuato l’intervento, il feedback dei bambini è stato positivo e la maggior parte di loro ha chiesto di poter ripetere i giochi e le tecniche di rilassamento apprese durante il seminario. Anche le insegnanti sono state entusiaste ed hanno deciso di ripetere questa esperienza da sole, permettendo ai bambini di consolidare le esperienze e le competenze apprese nel lavoro effettuato durante il seminario.
LA PAURA: COME LA VIVONO I BAMBINI
analisi dei disegni svolti in classe
Nel progetto del sostegno psicologico attuato nelle scuole elementari di Roma dal Centro Alfredo Rampi e dalla Protezione Civile, è stato importante ed interessante proporre ai bambini l’esecuzione di un disegno su ciò che fa loro più paura. È stato così possibile comprendere quali strategie affettive e cognitive i bambini mobilitano di fronte alla paura.
L’80% dei disegni che sono stati realizzati si caratterizza per l’utilizzo di almeno 5 colori, perlopiù caldi (rosso, giallo e arancio 63%) e per la disposizione centrale del disegno sul foglio. Questi dati ci permettono di considerare tendenzialmente ben adattati, sereni e abbastanza realisti, la maggior parte dei bambini incontrati durante i seminari. Bambini “normali” quindi, a cui è proposto lo stimolo stressogeno: “Di cosa ho paura”.
2 Occupa tutto il foglio e utilizza molti colori; il bambino sembra ben adattato ma di fronte allo stimolo reagisce passivamente (linee orizzontali) e richiede il supporto dei genitori (sole)
Le tematiche predominanti sono state le catastrofi naturali nel 38% dei disegni, un danno perpetrato da altri uomini nel 28% e da animali nel 35%. Ciò che era disegnato nel 40% dei casi era un evento inaspettato. Il 21% dei disegni era ambientato di notte o in un sogno. Il 3% dei disegni raffigurava la paura della morte di un parente e un altro 4% si riferiva esplicitamente ad una sofferenza fisica o psicologica.
3 Tematiche affrontate nel disegno “di cosa ho paura”
Al di là della paura rappresentata, relativamente alla quale si può ipotizzare che i bambini siano stati influenzati dal modo in cui è stato proposto il compito, è stato possibile analizzare l’esecuzione grafica dei disegni per osservare come i bambini reagiscono alla paura.
Dall’analisi formale dei 60 disegni si è osservato come il 55% dei compiti era realizzato con linee dritte piuttosto che arrotondate, evidenziando la necessità di un rigido controllo razionale di fronte all’evocazione della paura. Il dato trova conferma nel fatto che oltre il 70% dei disegni sono stati fatti riempiendo tutto il foglio, indice del bisogno di controllare l’ambiente. Il 55% dei disegni era inoltre realizzato con prevalenza di linee orizzontali sia nel tratto sia nel colore.
4 Lo stimolo stressogeno induce nel bambino passività (linee orizzontali), aggressività (tratto molto marcato) e sentimenti negativi (colori scuri)
Questo ci informa che di fronte alla paura i bambini esprimono un bisogno di relazioni sociali (Royer, 1977), si sentono estremamente timidi e deboli e tentano di mettere in atto comportamenti autoprotettivi (Castellazzi, 2002). Questa ipotesi è supportata dal fatto che oltre il 90% dei disegni è stato realizzato sul foglio posto orizzontalmente, scelta che rivela la presenza di sentimenti di debolezza e passività relativamente allo stimolo evocato. Inoltre, il dato che nella totalità dei disegni spicca in maniera rilevante è la presenza di almeno un colore freddo (blu, verde, grigio, nero o marrone), indice di passività, calma, inerzia e tristezza. Anche nei disegni raffiguranti i sogni si osservano la prevalenza di linee sottili, indice di senso di inadeguatezza e debolezza dell’Io.
Oltre il 66% dei disegni è realizzato con linee grosse e pesanti, indice di una reazione prevalentemente pulsionale e aggressiva allo stimolo. Di questi, oltre la metà era realizzata con una evidente pressione sul foglio da disegno confermando la caratteristica stressogena del compito e le reazioni aggressive (Urban, 1963; Hammer, 1965; 1986 cit. in Casellazzi, 2003) e pulsionali scarsamente elaborate (Royer, 1977) conseguenti al contatto con la paura. La scelta prevalente all’interno del campione di svolgere il disegno occupando tutto il foglio conferma l’ipotesi della forte pulsionalità sollecitata dallo stimolo.
Quasi il 22% dei disegni presentava in qualche forma delle linee graticolate, indice di conflitto interiore, aggressività di tipo introversivo e ansia razionalizzata (Royer, 1977).
5 Il disegno manifesta una reazione aggressiva alla paura
Il 35% dei disegni presentava un contenuto di tipo animale che potrebbe confermare l’angoscia di contatto dei bambini con il proprio mondo interiore, la tendenza a spostare su un animale le pulsioni rimosse. I colori freddi prevalenti nei disegni sollecitano la riflessione. Lo stimolo pauroso sembra quindi sollecitare la rappresentazione delle tensioni del proprio mondo interiore.
I dati raccolti ci informano che i bambini, tendenzialmente ben adattati e sereni, hanno reazioni abbastanza comuni alla paura.
Coerentemente con l’età (Corman, 1976), i bambini ricercano prevalentemente un sostegno esterno (il sole, simbolo delle figure parentali, è presente nel 25% dei disegni e nel 35% di essi sono presenti altre persone insieme al bambino) rivelando di percepirsi deboli e di reagire passivamente alla paura (orizzontalità del foglio e delle linee, prevalenza di colori freddi).
Oltre la metà dei bambini tenta anche un controllo razionale del sentimento (linee dritte), ma lo stimolo ha sollecitato in loro reazioni per lo più pulsionali e aggressive, di tipo estroversivo (pressione sul foglio, linee marcate), introversivo (graticoli) o mascherato (disegno di animali aggressivi).
Questi risultati confermano l’importanza di lavorare preventivamente con i bambini sull’emozione della paura a diversi livelli: quali sono le situazioni che la scatenano, quali le reazioni istintive fisiologiche ed emotive che ne conseguono (attacco, fuga e paralisi), quali le tecniche per padroneggiarla per non farsi sopraffare da essa.
6 Il disegno del sogno si caratterizza spesso per la presenza di linee sottili e colori più tenui
Il seminario sulla conoscenza e gestione delle emozioni psicologico che il Centro Alfredo Rampi propone nelle scuole elementari interviene in questi tre ambiti: lo studio di situazioni pericolose che permette ai bambini di riconoscere il pericolo e imparare quali sono i comportamenti da mettere in atto, la promozione della possibilità di attuare un controllo razionale più efficace e di alleviare il sentimento di debolezza, dipendenza e impotenza e la conseguente passività di fronte ad esso; la simulazione di situazioni di emergenza che permette di riconoscere quali sono le reazioni fisiologiche (accelerazione del ritmo cardiaco, affanno, tremore, sudorazione) ed emotive (aggressività, voglia di fuggire, paralisi) ad esse collegate facendo in modo che i bambini non ne siano spaventati; la pratica delle tecniche di rilassamento che aiuta i bambini a padroneggiare possibili forti emozioni. Le tecniche di rilassamento, se riproposte con frequenza, possono diventare automatiche per il bambino al punto da poterne beneficiare con gran facilità.
Bibliografia di riferimento
CASTELLAZZI V. L., 2002, Il test del disegno della famiglia, LAS, Roma.
CASTELLAZZI V. L., 2003, Il test del disegno della figura umana, LAS, Roma.
CORMAN L., 1976, Il disegno della famiglia: test per bambini, Bollati Boringhieri, Torino.
CROCETTI G., 1986, Il bambino nella pioggia, Armando Ed., Roma.
DI RENZO M. - C. WIDMANN, 2001, La psicologia del colore, Scientifiche Magi Ed., Roma.
DI RENZO M., 1998, Il colore vissuto, Scientifiche Magi Ed., Roma.
GOETHE J.W., 1999, La teoria dei colori, Il Saggiatore Ed., Milano.
LUSCHER M., 1976, Il test dei colori, Astrolabio Ed., Roma.
LUSCHER M., 1993, La persona a quattro colori, Astrolabio Ed., Roma.
OLIVERIO FERRARIS A., 1975, Il significato del disegno infantile, Boringhieri, Torino.
ROYER J., 1977, La personalità del bambino attraverso il disegno della figura umana, O.S., Firenze.
WIDMANN C., 2000, Il simbolismo dei colori, Scientifiche Magi Ed., Roma.
WITTGENSTEIN L., 2000, Osservazioni sui colori, Einaudi Ed., Roma.