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C.I.P. n. 23 - TERRITORIO
IL MUSEO GEOLOGICO E DELLE FRANE DI CIVITA DI BAGNOREGIO (VT): UN MODELLO DI PRESIDIO TERRITORIALE
di Giovanni Maria Di Buduo
Geologo; responsabile scientifico del “Museo Geologico e delle Frane”
Lo staff di gestione del "Museo Geologico e delle Frane" (Palazzo Alemanni, Piazza San Donato, Civita di Bagnoregio, VT) fin dalla sua apertura ha posto come obiettivo generale la costituzione di un presidio territoriale, sviluppando e calibrando nel tempo un modello funzionale, potenzialmente esportabile ad altre zone, in cui il geologo sia finalmente la figura centrale di riferimento per una gestione attenta e fruttuosa del territorio.
Quest’ultima si può concretizzare solo con la partecipazione attiva di tutti i cittadini, che devono essere sensibilizzati e correttamente informati sulle caratteristiche e sulle problematiche della zona in cui vivono, e stimolati a concorrere, unitamente a tutti i soggetti coinvolti nella gestione del territorio, ad una costante e virtuosa opera di prevenzione, molto più efficace ed economicamente vantaggiosa rispetto agli interventi necessari a seguito di eventi calamitosi.
La gestione del Museo - di proprietà del Comune di Bagnoregio - e delle connesse attività divulgative e scientifiche non grava sull’economia della piccola collettività (circa 3.600 abitanti), ma è garantita dai turisti che visitano la struttura: essi, tramite l’acquisto del biglietto (al prezzo attualmente esiguo di tre euro), permettono quindi il sostentamento delle attività.
1 – Civita di Bagnoregio (VT)
IL BOLLETTINO GEOLOGICO DELLA TEVERINA
Lo staff di gestione del Museo realizza a cadenza semestrale la pubblicazione online divulgativa "Bollettino geologico della Teverina": la rivista raccoglie e rende fruibili alla comunità le osservazioni sui fenomeni di instabilità che vengono svolte quasi quotidianamente dai geologi del Museo "vivendo" il territorio, ed espone, con linguaggio semplice e comprensibile da tutti, le nozioni geologiche che hanno ricaduta pratica nella vita dei cittadini.
L’iniziativa è finalizzata alla salvaguardia del territorio e alla diffusione della cultura della prevenzione, attraverso la raccolta di dati ed una costante opera di divulgazione e informazione alla cittadinanza, che viene da un lato dotata dei basilari strumenti conoscitivi per acquisire consapevolezza delle dinamiche e dei problemi del proprio territorio, e dall’altro viene stimolata ad attuare un coinvolgimento attivo con il Museo, attraverso la segnalazione dei fenomeni potenzialmente pericolosi.
Sulla base dell’esperienza condotta finora nell’area, appare quanto mai evidente che l’intervento più urgente da compiere è la messa in opera di un adeguato sistema di monitoraggio, in modo da:
individuare e delimitare esattamente le aree più a rischio;
ottenere dati su tali aree più critiche che permettano di progettare interventi preventivi ben calibrati, molto meno dispendiosi rispetto a quelli da effettuare post-evento;
elaborare un sistema di allerta alla cittadinanza basato su soglie critiche dei parametri monitorati (es. velocità di apertura delle fratture in un ammasso roccioso);
integrare e migliorare il piano comunale di Protezione Civile.
2 – Stralcio di articolo divulgativo sul "Bollettino Geologico della Teverina"
3 – Una scheda descrittiva dei fenomeni di instabilità sul "Bollettino Geologico della Teverina"
4 - Stralcio di articolo sul "Bollettino Geologico della Teverina", incentrato sui fenomeni di instabilità presenti sul territorio
IL MUSEO
Il Museo illustra la storia e la lotta di Civita di Bagnoregio per la sua sopravvivenza, descrivendo l’evoluzione geologica dell'area, i processi di instabilità in atto sui versanti, le opere di monitoraggio e di stabilizzazione, le frane storiche.
Visitare il Museo è:
- un viaggio nel tempo alla scoperta del mare di oltre 1 milione di anni fa e dei vulcani del Distretto Vulsino, che con i loro prodotti hanno ricoperto gran parte della provincia di Viterbo;
- un viaggio alla scoperta e alla comprensione di ciò che avviene costantemente in quasi tutta Italia (oltre mezzo milione di frane censite);
- la porta di accesso ad uno dei luoghi più belli della nostra nazione.
Sala 1 – Le frane
Nella prima sala sono illustrate le caratteristiche che rendono l’area di Civita di Bagnoregio così particolare e affascinante e quasi unica a livello nazionale ed internazionale: essa è un vero e proprio paesaggio vivente poiché, di anno in anno, muta a causa della rapidità e dell’intensità dei processi geomorfologici in atto.
L'evoluzione del territorio è particolarmente evidente lungo la zona di accesso al borgo, che negli ultimi secoli ha subito un progressivo smantellamento a causa delle frane di diverse decine di metri: il ponte costruito nel 1965 ancora resiste poiché i piloni scaricano il peso della struttura ad una profondità di circa 25 metri.
Sala 2 - La storia geologica
Nella seconda sala sono illustrate nel dettaglio la storia geologica e la collezione paleontologica che include fossili rappresentativi dei depositi marini dell’area compresa tra Bagnoregio e la Valle del Tevere.
La rupe di Civita è costituita dai prodotti vulcanici del Distretto Vulcanico Vulsino (Pleistocene Medio), che ricoprono argille limoso-sabbiose di origine marina (Pleistocene Inferiore): le vulcaniti sono rappresentate nella parte inferiore della scarpata da depositi da caduta e da flusso piroclastico fittamente stratificati, alternati a paleosuoli testimonianti lunghi intervalli tra una fase eruttiva e la successiva, e nella parte superiore dal bancone di tufo di spessore variabile fino a 20-25 metri dell’ "ignimbrite di Orvieto-Bagnoregio" (deposito da flusso piroclastico datato 333 mila anni fa).
Nel Museo è esposta una importante collezione paleontologica del Pliocene – Pleistocene Inferiore, che testimonia la vita marina a differenti profondità tra il Piacenziano (Pliocene) e il Gelasiano (Pleistocene Inferiore).
La collezione presenta, tra le altre, numerose specie note come "ospiti caldi", alcune estinte, altre tuttora viventi in acque più calde a latitudini più meridionali della nostra, che testimoniano un intervallo di tempo (nel Pliocene) in cui la temperatura media era più alta di quella attuale.
Sala 3 – La storia di Civita
Nella terza sala sono illustrate, intorno al diorama del borgo, l’evoluzione storica di Civita e la vita del suo cittadino più noto e illustre, San Bonaventura.
Complessivamente, dal XV secolo ad oggi, sono state documentate 134 frane dettagliatamente descritte in manoscritti, cronache, documenti e pubblicazioni varie: il confronto di tali documenti mostra una riduzione progressiva del centro abitato, a causa del verificarsi di eventi franosi lungo il perimetro della rupe.
San Bonaventura (Civita di Bagnoregio 1217/1221– Lione 1274) fu Vescovo, Cardinale, ministro generale dell’Ordine Francescano, professore all’Università di Parigi, ma, soprattutto, fu religioso, filosofo e teologo tanto da meritarsi il titolo di Doctor Seraphicus. A lui si deve una delle più importanti biografie su San Francesco d’Assisi (la Legenda Maior).
Sala 4 – Esplorare Civita
Nella sala quattro sono presenti postazioni multimediali con video e foto per conoscere meglio Civita e la Valle dei Calanchi, e le fasi di monitoraggio e gli interventi di stabilizzazione realizzati nel corso del tempo.
Il monitoraggio dei fenomeni franosi rappresenta il punto di partenza per la realizzazione di programmi di prevenzione e mitigazione dei rischi connessi all'instabilità dei versanti: attraverso una attenta ricerca storica e di archivio sono stati inoltre recuperati i progetti di intervento sui versanti che hanno cercato di proteggere Civita nelle varie epoche storiche.
5 – Schema dei processi agenti (in blu) e dei movimenti franosi (in rosso) sui versanti di Civita di Bagnoregio (©Giovanni Maria Di Buduo, 2014)
6 – Museo Geologico e delle Frane, Sala 2
LINKS E CONTATTI
Tel. 328.66.57.205
www.museogeologicoedellefrane.it/
www.facebook.com/MuseoGeologicoEDelleFrane