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Ambiente: possibile catturare e stoccare la CO2, abbattendo le emissioni

Archivio > Dicembre 2007 > Territorio

C.I.P. n. 3 - TERRITORIO

AMBIENTE: POSSIBILE CATTURARE E STOCCARE LA CO2, ABBATTENDO LE EMISSIONI
L'ingv in prima fila nell'affascinante progetto
Gianfranco Criscenti
(Giornalista, consulente Ufficio Stampa INGV)

Si conoscono i danni provocati dalla CO2, gli scienziati hanno imparato come ridurre le emissioni, perchè allora non prevenire l’aumento dell’inquinamento atmosferico? La scelta è di natura politica. Presso la Fondazione Ettore Majorana di Erice, nell’ambito di un workshop promosso dalla Scuola internazionale di geofisica – che ha visto in prima fila l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) – è stato fatto il punto della ricerca in materia. E le prospettive - per quanto concerne l’aspetto tecnico-scientifico - sono lusinghiere: la CO2 si può catturare e stoccare.
«Per avere un'idea del quantitativo di CO2 emesso nell'atmosfera da una centrale elettrica, basti ricordare che una a carbone da 1.000 Mwe (Megawatt elettrici) ne produce 10 milioni di tonnellate ogni anno», spiega Fedora Quattrocchi, responsabile Unità funzionale geochimica dei fluidi, stoccaggio geologico e geotermia dell’Ingv. Secondo la ricercatrice nel nostro Paese potremmo iniettare nel sottosuolo da 20 a 40 miliardi di tonnellate di CO2. Secondo uno studio del Panel on Climate Chance del 2005, sul nostro pianeta esistono cavità sufficienti per poter stoccare almeno 2.000 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, cioè a dire 40 volte il quantitativo di gas serra emesso in un anno dalla popolazione mondiale. Ai lavori di Erice è intervenuto l’ambasciatore britannico in Italia, Edward Chaplin, il quale ha sottolineato che «senza un intervento adeguato volto a ridurre le emissioni di anidride carbonica, entro il 2050 le emissioni mondiali di CO2 potrebbero superare del 55% quelle del 2003, a seguito del crescente consumo di carbone per produrre elettricità».
«A livello mondiale - ha aggiunto Chaplin- il 41% delle emissioni di CO2 è legato alla produzione di energia elettrica. Senza ulteriori interventi, la temperatura della Terra potrebbe aumentare notevolmente, con impatti di carattere ambientale, sociale ed economico seriamente nocivi. Tutti i Paesi devono affrontare questa sfida, occorrono misure innovative da sviluppare ed attuare e bisogna essere in grado di riconoscere le opportune tecnologie. La cattura e lo stoccaggio del carbonio rappresentano una di queste tecnologie, e si valuta che possono ridurre del 90% le emissioni di CO2 prodotte dalle centrali elettriche nel mondo». L'ambasciatore ha sottolineato poi che «è difficile parlare di cambiamenti climatici o di domanda energetica senza menzionare la Cina, che lo scorso anno ha estratto 2,4 miliardi di tonnellate di carbone, con un aumento di oltre l'8% rispetto all'anno precedente». Ci sono poi gli Usa che, nel prossimo decennio, contano di realizzare 150 nuove centrali a carbone.
Davanti a una platea di un centinaio di scienziati, tra i quali il presidente dell'Ingv, Enzo Boschi, il diplomatico ha informato che entro la fine dell'anno in Inghilterra prenderà il via un progetto pilota per la realizzazione di un impianto che sfrutta la tecnologia della post combustione, capace di catturare le emissioni di CO2. Per Matthew Webb, funzionario del ministero dell'Ambiente britannico, il progetto rappresenterà «la dimostrazione della fattibilità dell'innovazione tecnologica su larga scala». Ma i costi sono elevati: per catturare le emissioni di CO2 è necessario sacrificare dal 25 al 40% dell'energia totale prodotta e si ipotizzano pertanto sostegni alle aziende.«Gran Bretagna ed Italia si sono impegnate attivamente su questo fronte, sia in sede di Commissione europea che di G8», ha concluso l'ambasciatore.
E l’allarme dell’ambasciatore sulla situazione in Cina ha trovato conferma in Gianni Silvestrini, consigliere scientifico del ministro dello Sviluppo economico italiano, Pier Luigi Bersani: «Quest'anno la Cina supererà il quantitativo di emissione di Co2 degli Stati Uniti. Sulle nuove tecniche disponibili per iniettare nel sottosuolo la Co2 catturata, Silvestrini ha detto che «bisogna essere cauti, per ragioni di sicurezza», perchè allo stato attuale «non sappiamo cosa potrebbe accadere qualora questo gas riuscisse a riemergere in superficie». La riduzione dell’emissione di CO2 potrebbe vedere il nostro Paese protagonista: «Lo stoccaggio di CO2 è, infatti, possibile anche in Italia, nonostante sia un paese con aree sismiche» ha sostenuto il presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) Enzo Boschi. La tecnica di stoccaggio, che consiste nel catturare la CO2 dopo la combustione ed iniettarla nel sottosuolo, può essere applicata «a tutte le centrali elettriche a combustibili fossili - ha aggiunto Boschi - nonchè a cementifici, acciaierie e ad altre sorgenti industriali di CO2».
E sulla fattibilità e la sicurezza della nuova tecnologia, Fedora Quattrocchi, garantisce che ci sono ottime esperienze sul campo: «tutta la CO2 finora iniettata in 7 anni a Weyburn in Canada (2000-2007, 5000 tonnellate al giorno) si è solubilizzata perfettamente nel serbatoio a 1500 metri di profondità». Inoltre, «l'impiego di traccianti assicura l'eventuale evidenza di fuoruscite accidentali della sostanza, garantendo così un maggiore margine di sicurezza».
Ad Erice si sono espresse pure le industrie, rimarcando le difficoltà pratiche (non legate all’aspetto tecnologico, bensì alla legislazione in materia): Roberto Garosi, responsabile sviluppo business di Ansaldo Energia, ha detto che nel nostro Paese «è impossibile per l'industria italiana investire e sponsorizzare tecnologie di stoccaggio della Co2 perchè manca di un quadro di riferimento di regole e politiche, ben chiare per tutti i paesi europei, anche se, però, c’è l’urgenza dell'avvio di siti pilota di stoccaggio dell'anidride carbonica e di massiccia ricerca in questa nuova strategica filiera energetico-ambientale».
A conclusione del workshop - che ha visto la partecipazione di ricercatori di Ingv, Enea, Enel, Ogs, Ansaldo, delegazioni scientifiche di India e Cina, nonchè dirigenti dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico - Fedora Quattrocchi ha voluto rimarcare con determinazione che «l'avanzamento delle tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2, di fatto, non ostacola, anzi favorisce con i risparmi delle compagnie elettriche, le rinnovabili ed il nucleare di quarta generazione».



 
 
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