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C.I.P. n. 17 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE
BRINDISI: QUANDO IL MALCONTENTO GENERA STRAGE
Breve cronaca dell'attentato all'Istituto Morvillo-Falcone
Erika Leserri
Studentessa di Scienze e Tecniche Giornalistiche, collaboratrice Centro Alfredo Rampi
Il luogo dell’attentato
Brindisi 19 Maggio 2012, ore 07.50. Esplode un ordigno con tre bombole di gas, collegato ad un timer. Quelli, gli ultimi minuti di vita per la 16enne Melissa Bassi, altri sette feriti gravi.
La scuola teatro dell'attentato, l'Istituto professionale Morvillo-Falcone, quella mattina pullulava come sempre di ragazzi che, proprio in quei minuti, si accingevano a scendere dai pullman per raggiungere il portone di ingresso della loro scuola. E' servito un solo attimo perché ogni piccola vita, quella mattina, si macchiasse indelebilmente. Intorno alle 08.00 esplode un ordigno posizionato in uno dei cassonetti dell'immondizia adiacente l'Istituto, uccidendo immediatamente la 16enne Melissa Bassi, ferendo gravemente una sua cara compagna Veronica Capodieci e con lei altri sei studenti. Repentini i soccorsi per Veronica, che viene immediatamente trasportata all'ospedale "Antonio Perrino" di Brindisi e viene operata d'urgenza per la ricostruzione della gabbia toracica e della parete addominale. Gli altri feriti vengono ricoverati d'urgenza nel reparto ustioni. Nel frattempo gli attimi di panico si diffondono. La scuola viene immediatamente fatta sgomberare, per strada restano libri bruciati, zaini distrutti e lo sgomento della gente. Immediate partono anche le indagini.
Come dimostrato da agenti Digos e carabinieri, l'ordigno è stato posizionato in un cassonetto dell'immondizia adiacente la scuola e l'orario sul timer è stato appositamente scelto per colpire un obiettivo ben preciso. La data del 19 maggio, vicina all'anniversario della strage di Capaci in cui perse la vita il Magistrato eroe italiano Giovanni Falcone, e l'Istituto, dedicato alla moglie di Falcone, Francesca Morvillo, hanno all'inizio lasciato pensare che l'attentato fosse avvenuto per mano mafiosa; in realtà, dopo circa venti giorni, vissuti nell’incertezza e nell’ansietà diffusa, si è scoperto che a progettare e ad organizzare nei minimi dettagli il macabro piano è stato Giovanni Vantaggiato, imprenditore 68enne di Copertino (LE), il quale ha confessato di aver progettato e costruito tutto da solo e soprattutto di aver compiuto l'atto poiché "Ce l'aveva col mondo intero". L'identificazione del reo è stata possibile grazie alla ricostruzione di registrazioni video di alcune telecamere di esercizi confinanti con l'istituto. Le immagini, infatti, hanno mostrato un uomo che da solo spostava alcuni cassonetti dell'immondizia e successivamente li posizionava ai lati della scuola; altre immagini relative a pochi minuti precedenti l'esplosione hanno chiaramente disegnato la sagoma dell'uomo nascosto dietro un palazzo limitrofo alla scuola, pronto ad azionare il timer e a fuggire via lesto pochi minuti dopo l'esplosione.
I fatti di Brindisi hanno toccato l'Italia intera, che tutta si è raccolta intorno alla famiglia Bassi in particolare. Due giorni di lutto nazionale che hanno di nuovo inginocchiato moralmente la nostra penisola di fronte alla domanda: "La scuola è dunque un posto sicuro?".