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C.I.P. n. 14 - TERRITORIO
L'ITALIA DEI RISCHI NATURALI: DALLA CONOSCENZA ALLA PREVENZIONE
Gianluca Valensise
Dirigente Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia (INGV)
Conoscenza e Prevenzione: un binomio inscindibile, perché non può esistere una corretta prevenzione senza una conoscenza adeguata del territorio, dei fenomeni naturali e delle loro cause, delle più avanzate tecniche di osservazione geofisica. L’INGV, l’istituto per il quale ho l’onore di lavorare dal 1983, condivide con pochi altri istituti di ricerca al mondo il desiderio e la capacità di coniugare quotidianamente questi due aspetti della vita di una società moderna.
Sul versante della Conoscenza l’INGV si distingue per ricerche sulla forma, struttura e composizione del nostro pianeta: ricerche che spaziano dalla scala globale a quella locale, passando dall’esplorazione di processi solo debolmente legati alla nostra realtà quotidiana, come la struttura e la composizione dei diversi "gusci" che compongono il nostro pianeta, a processi e fenomeni che invece ci riguardano da vicino, come lo studio della struttura della crosta superiore, della propagazione delle onde sismiche negli strati più superficiali e della struttura e dinamica dei vulcani attivi.
Un secondo e fondamentale aspetto della Conoscenza riguarda la sismicità, anche questa esplorata sia a scala globale che a scala della nostra penisola. La ricerca sulla sismicità assume particolare significato con la Sismologia e Vulcanologia Storica, che attraverso lo studio dei forti terremoti e delle grandi eruzioni del passato apre una finestra su fenomeni troppo rari per essere compresi solo attraverso osservazioni strumentali degli ultimi decenni. A loro volta le moderne reti di monitoraggio sismico consentono di esplorare in grande dettaglio la struttura delle faglie attive che hanno generato forti terremoti in passato o possono generarne in futuro, mentre le reti geochimiche forniscono uno strumento essenziale per capire la struttura superficiale degli apparati vulcanici, l’evoluzione delle bocche eruttive e la dinamica dei processi che periodicamente portano alle eruzioni.
Alla conoscenza sulla sismicità negli ultimi anni si è affiancato lo studio delle faglie attive con metodi geologici, ovvero riconoscendo direttamente sul terreno le strutture geologiche che hanno generato o possono generare forti terremoti. Attraverso la Paleosismologia I forti terremoti del passato possono essere riconosciuti e datati, fornendo così utili indicazioni per valutare zona per zona le dimensioni e la frequenza nel tempo dei terremoti futuri. Completano il quadro le osservazioni di deformazione crostale condotte con le moderne reti GPS, attraverso le quali è possibile delineare un quadro istantaneo di dove e a quale velocità la crosta terrestre si sta deformando e può quindi generare terremoti o, se si opera alla scala di un singolo vulcano, aprire nuove bocche eruttive.
Il grande tema della Prevenzione viene affrontato dall’INGV con una molteplicità di approcci e metodi e sempre in sinergia con gli organi di protezione civile e con le autorità amministrative. Vulcani e aree sismogenetiche del territorio nazionale sono tenuti sotto costante controllo tramite numerose reti di monitoraggio a varie scale. Dati strumentali, osservazioni dirette di terreno e modelli teorici consentono di elaborare scenari per una grande varietà di fenomeni potenzialmente avversi, tra cui spiccano naturalmente i terremoti, le eruzioni vulcaniche e gli tsunami.
Gli scenari sono il pilastro di qualunque forma di prevenzione perché consentono di anticipare le caratteristiche dei fenomeni avversi attesi nelle diverse aree del territorio, permettendo alle autorità di organizzarsi "in tempo di pace" e nella consapevolezza della pericolosità assoluta e relativa delle diverse aree. Attraverso gli scenari è possibile sapere dove ci aspettiamo I terremoti più forti e quali aree o edifici subiranno gli scuotimenti più energici, quali zone intorno a un vulcano hanno la maggior probabilità di essere colpite da eruzione o dalla ricaduta di ceneri, quale sarà l’onda massima di tsunami atteso lungo diversi tratti di costa. Gli scenari formano il substrato informativo di provvedimenti normativi in senso stretto, come la legge che regola le caratteristiche delle costruzioni in zona sismica, di interventi di messa in sicurezza di edifici o aree ad alto rischio, o di interventi che riguardano la pianificazione territoriale; in altre parole, di tutto quello che deve essere fatto in una nazione ricca e industrializzata come l’Italia, ma che difficilmente potrebbe vedere la luce senza il contributo fondamentale alla conoscenza che deriva da un monitoraggio attento del territorio e dalla ricerca sulle sue caratteristiche e particolarità.
Gianluca Valensise