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Evolving Support of Technology for the new dimension of CBRNe Threat”

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C.I.P. n. 18 - RECENSIONI

SEMINARIO INTERNAZIONALE
"Evolving Support of Technology for the new dimension of CBRNe Threat"
di Rita Petrini

Psicologa, socia Psic-ar


L’11 dicembre 2012, presso la residenza dell’Ambasciatore Britannico in Italia S.E. Christopher Prentice a Villa Wolkonsky, OSDIFE (Osservatorio Sicurezza e Difesa CBRNe) ha organizzato il Seminario Internazionale  "Evolving Support of Technology for the new dimension of CBRNe Threat"  (Evoluzione della tecnologia di supporto per la nuova dimensione della minaccia CBRNe). L’acronimo è  l'abbreviazione di armi Chimiche, Biologiche, Radiologiche e Nucleari ed  è usato per riferirsi a situazioni in cui uno di questi quattro pericoli si sono presentati. Uno dei settori, CBRND difesa,  consiste nella  protezione passiva di armi biologiche, onde evitare la contaminazione.
Tale Seminario,  al quale è stato invitato a partecipare il Centro Alfredo Rampi, ha rappresentato  un’occasione nella quale il mondo accademico, quello della ricerca e gli enti e le organizzazioni pubbliche e private impegnate a livello internazionale nella difesa CBRNe, hanno potuto confrontarsi e condividere lo stato dell’arte e le future prospettive della minaccia data dalle Armi di Distruzione di Massa, con la  partecipazione sia dei rappresentanti istituzionali delle Forze Armate del Regno Unito sia dei rappresentanti dell’industria impegnati nella realizzazione di soluzioni per la lotta all’impiego di armi non convenzionali.

 

Il Seminario si inserisce nell’ambito delle iniziative tese alla realizzazione di una rete sinergica e cooperativa tra enti ed organizzazioni nazionali e internazionali, per la promozione e lo sviluppo di nuove politiche di collaborazione destinate all’avvio di iniziative ed attività congiunte per la sicurezza, la difesa ed il rischio CBRNe.
Tra gli interventi significativi ci sono da segnalare quello del Colonnello Duncan Venn, addetto militare Ambasciata del Regno Unito che ha parlato del piano messo a punto durante le olimpiadi di Londra per prevenire eventuali attacchi terroristici con armi non convenzionali. La necessità di una strategia di difesa così importante è dovuta al fatto che i giochi hanno rappresentato uno dei più grandi eventi mai tenuti nel RU e per questo il Governo si è impegnato a salvaguardare tutti i partecipanti sia come spettatori che come atleti.

I rischi individuati sono stati inseriti in una matrice di disegno strategico per ridurre le probabilità di un impatto nel caso di attacco con la copertura di tutte le aree della lotta al terrorismo:

  • perseguire : attraverso una risposta basata sulle leggi

  • prevenire: impedendo atti terroristici

  • combattere: sia le cause che i sintomi del terrorismo

  • proteggere: rinforzare la protezione contro gli attacchi nel paese

  • rispondere: attraverso una risposta efficace all’attacco e pianificare la ripresa.


Ha poi spiegato il criterio della costruzione del villaggio olimpico dal punto di vista delle strategie messe in campo per la salvezza delle persone in caso di attacco.
Il  Prefetto Carlo Baffi –  Vice Capo dipartimento  Direzione Centrale della Difesa Civile e delle Politiche di Protezione Civile -  nel suo intervento ha spiegato la differenza tra Difesa Civile e Protezione Civile, sottolineando come la prima è rivolta a prevenire e reagire ad attacchi prevalentemente di tipo terroristico, avvalendosi della collaborazione di  organizzazioni ed esperti presso il Ministero dell’Interno. Nel 2010 è stata istituita una Commissione tecnica per la difesa civile, collegata attraverso una rete, della quale fanno parte anche i vigili del fuoco e forze antiterrorismo e altre amministrazioni come il Ministero delle Infrastrutture, Trasporti, Salute ecc.,  che confluisce in una sala dati dove si hanno,  in tempo reale,  gli aggiornamenti per  elementi di valutazione delle situazioni a rischio. E’ una organizzazione articolata e complessa che deve essere testata con esercitazioni continue gestite dalla Prefettura.
A seguire il Prof. Roberto Migavero, Presidente Osservatorio Sicurezza e Difesa CBRNe, ha presentato l’organizzazione italiana per gli scenari di rischio da attacchi terroristici, dichiarando che oggi bisogna adattarsi in maniera sempre più efficiente al quadro generale del pericolo di rischio dell’uso di armi non convenzionali, cercando di potenziare tutto quello che può prevenire il rischio stesso. E’ importante una formazione continua di tutti gli attori interessati ad intervenire, attraverso un approccio multidisciplinare non solo a livello di tecnologie ma anche delle scienze mediche, salute pubblica, ambiente, relazioni internazionali. Bisogna essere in grado di promuovere delle risposte di resilienza intrinseca in modo che in presenza di un evento terroristico dobbiamo essere in grado di sapere quanto le strutture e infrastrutture sono in grado di reagire a livello di monitoraggio e controllo sullo strato spaziale,  aereo e  terrestre. Lo sforzo deve essere quello di una integrazione e coerenza tra questi tre ambiti.

 
 

La gestione delle risorse strumentali umane è essenziale per una risposta efficace: programmazione, organizzazione, asset competenze e tutto ciò che serve per una buona cooperazione e sinergia quando si deve corrispondere a uno stesso scenario nel caso di attacco. In Italia non abbiamo ancora uno standard integrato per questi casi, ma tante associazioni e agenzie impegnate a rispondere all’evento.

Da punto di vista della gestione delle informazioni, non è importante la capacità di avere le informazioni – oggi ce ne sono tante  – ma è importante fare una filiera integrata in modo che siano
credibili e affidabili.
Per queste ragioni il CBRNe non deve essere più un rischio verticalizzato, ma deve essere inserito in uno scenario più ampio che riguardi anche effetti sociali, nazionali che permettano una più ampia risposta agli eventi. C’è bisogno di un approccio strategico attraverso lo sviluppo di una pianificazione integrata di attività  e azioni per la gestione di crisi di emergenza: industria, decision maker, policy maker nella quale si possano prevedere anche associazioni che intervengano per calmare il panico da presunti attacchi , ricerca pubblica e privata ecc.
Si sono succeduti altri interventi come  quello di Victor Brill della European Commission Threat Reserch Center che ha parlato, tra l’altro, del Coe Cooperation model che sta sviluppando l’Unione
Europea e dell’uso delle armi di distruzione di massa (WMD).

Ha concluso la mattinata il Gen. Ioannis Galatas del Medica/Hospital CBRNe Planner, Senio Asymmetric Threats Analyst, che ha parlato delle problematiche relative alla reazione di un evento
CBRNe dove si può avere una situazione di assistenza difficile perché si è visto come una piccola
percentuale di vittime, che potrebbero anche essere contaminate, viene portata negli ospedali o luoghi organizzati per far fronte all’emergenza, mentre una gran parte si rivolge ad ospedali decentrati che non hanno la possibilità di assistenza adeguata. Ha parlato dell’esperienza avuta con l’attacco terroristico di Madrid, dove il problema è stato anche quello di far arrivare tempestivamente gli aiuti che erano bloccati nel traffico succeduto alla catastrofe. A questo si deve aggiungere che in casi di eventi simili, se c’è una vittima questa viene assistita, se ce ne sono due si cerca di intervenire, ma se il numero è maggiore le persone tendono a scappare impedendo che  si presti assistenza.   
Quando si arriva in ospedale poi, questi non sono quasi mai attrezzati per una decontaminazione e il personale medico e infermieristico spesso non è preparato o motivato per intervenire, oltre ad avere camere isolate e padiglioni isolati.

Il Seminario è stato sicuramente interessante per le informazioni che ha dato sulla situazione attuale delle iniziative di difesa da attacchi  CBRNe a livello europeo, ma una riflessione viene spontanea sulle strategie presentate, da tutti i partecipanti, che hanno riguardato esclusivamente ambiti militari o al massimo sanitari, non contemplando  affatto quella che può essere l’utilità sociale e civile di partecipazione da parte di associazioni che possano intervenire, a livello di assistenza psicosociale, in caso di prevenzione del panico li dove, a volte, fa più vittime delle armi stesse.
Una politica che consideri come centrale, accanto alle altre istituzioni che intervengono in caso di CBRNe, l’assistenza di personale specializzato a supportare la popolazione, sarebbe senza dubbio più vicina alle esigenze della popolazione coinvolta nei disastri da attacchi terroristici obiettivi del Seminario.





 
 
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