Emergenza alluvione in Sardegna - Conosco Imparo Prevengo

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Emergenza alluvione in Sardegna

Archivio > Dicembre 2013 > Psicologia delle emergenze

C.I.P. n. 21 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE
EMERGENZA ALLUVIONE IN SARDEGNA
Intervento di supporto degli Psicologi delle emergenze Alfredo Rampi

Michele Grano, Maria Teresa Devito, Francesca Bennati

L’alluvione che il 18 novembre 2013 che ha  colpito la zona di Olbia ha lasciato evidenti danni sulle cose, sulle strade, sulle abitazioni del territorio gallurese. Ma ancora più forte è la piena avvenuta dentro, una strana "piena" che  ha fatto "sentire vuoti" o ha mosso le vittime a fare i conti con la paura e il coraggio, con la rabbia e la solidarietà, con le regressioni e la crescita, con l’impotenza e la voglia di ripartire.  
L’équipe di Save the Children è arrivata sul posto il 20 novembre per prendere contatto con gli istituti scolastici e i centri di aggregazione giovanile. Avendo rilevato  una forte richiesta da parte dei docenti e dei Dirigenti scolastici di un aiuto psicologico Save ha richiesto l'intervento degli Psicologi dell'Emergenze del Centro Alfredo Rampi. Il nostro intervento psicologico è iniziato il 25 con la riapertura delle scuole.  Abbiamo  incontrato più di 400 alunni (di scuole di ogni ordine e grado), circa 120 insegnanti e 40 genitori.
È difficile descrivere in poche righe la complessità degli interventi, nonché la ricchezza degli incontri, delle parole, delle lacrime, dei sorrisi, delle condivisioni. Del resto c’è bisogno di un tempo interiore, per fare i conti con le tracce e i richiami che l’emergenza ha lasciato anche in ciascuno di noi. Per questo rimandiamo ad altra pubblicazione un approfondimento della nostra esperienza.
Abbiamo incontrato diversi gruppi utilizzando il nostro approccio psicodinamico multiplo per le emergenze. La tempestività e del supporto psicologico in un contesto così fortemente segnato dall’emergenza favorisce l’espressione cognitiva ed emotiva, riduce le tensioni psichiche, consente di non chiudersi nell’isolamento, avvia un chiarimento di ciò che sconvolge interiormente, diminuendo così il rischio di conseguenze post-traumatiche più gravi.



Incontriamo bambini che hanno paura dell’acqua – anche quella calda e familiare della doccia – insegnanti che non riescono a dormire, una preside coraggiosa e delicata che continua a piangere pensando al piccolo E. che insieme al suo papà non ce l’ha fatta. Molti dei ragazzi di Palau che hanno perso una compagna di classe nella tragica alluvione, sentono il bisogno di rifugiarsi "in un mondo parallelo, come se niente fosse successo". Raccogliamo anche molte storie in cui la paura si è trasformata in coraggio, tanti ragazzi e adulti che hanno messo in salvo fratellini, nonni, animali o oggetti.



Cerchiamo di iniziare con piccoli e grandi a recuperare simbolicamente ciò che l’acqua ha portato via con sé, a capire e dare senso agli scombussolamenti esteriori ed interiori. Favoriamo l’accettazione e l’espressione delle fragilità, il rispetto dei propri tempi del dolore, l’accoglienza e la comprensione delle ferite dell’anima.
Strutturiamo gli incontri in base alla tipologia di gruppi-classe e di insegnanti e genitori, con particolare attenzione alle specifiche esigenze e risorse delle diverse età; accogliamo i nuovi gruppi ogni volta "senza memoria e senza desiderio", per dirla con Bion, sempre aperti alle diversità di ciascuno e alle trasformazioni di ogni situazione, per "stare" davvero nelle difficoltà e nelle potenzialità di ogni  gruppo.

  • Con gli adulti. Gli incontri con insegnanti e genitori sono incentrati sia sulla condivisione e sull’iniziale elaborazione di sentimenti e pensieri, sia sull’individuazione di strumenti per la gestione emotiva dell’emergenza; si cerca di favorire la connessione dei vissuti di piccoli e grandi, stimolando strategie affettive e comportamentali per la gestione dell’evento, a livello personale, scolastico, familiare.

  • Il lavoro sul lutto. Nelle giornate con gli studenti e gli insegnanti dell’ITCG "Falcone e Borsellino" di Palau – scuola in cui era iscritta L., morta a 16 anni insieme al padre, alla madre e al fratello – proponiamo un percorso psicodinamico sugli aspetti legati alla perdita e all’elaborazione del lutto.  Un altro intervento altrettanto profondo e significante è realizzato con un gruppo di insegnanti della scuola materna che ha subito la perdita del piccolo E., morto insieme al padre.

  • Con i piccoli. Proponiamo ai bambini più piccoli attività espressive, per parlare di sé in un contesto ludico e accogliente; utilizziamo il racconto di una storia per aiutarli a far emergere i vissuti connessi all’alluvione in maniera mediata e condivisa.  

  • Con i ragazzi delle medie. Con i ragazzi più grandi ci avvaliamo di particolari metafore per entrare in contatto con il loro mondo interno in maniera graduale. Suggeriamo attività  espressive (raccolta di slogan, disegni, frasi) per poi arrivare insieme al progressivo riconoscimento e rinforzo delle loro potenzialità.


A seguito del lavoro con ciascun gruppo, si è constatato nell’immediato un abbassamento delle ansie e delle tensioni emotive, un miglioramento del clima affettivo dei gruppi,  una graduale ripresa delle attività scolastiche.
Una delle testimonianze più belle in questo senso è nelle parole che molti ragazzi hanno scritto sui loro fogli. Ad esempio G., un ragazzo di 11 anni dice:  "Spero che riverrete. È stato troppo bello esprimermi con voi. Grazie di tutto". E., 8 anni, capelli lungi e faccia da furbetto, aggiunge alla sua firma: "Grazie per la lezione di vita, spero che ricorderete il mio nome".
Il coinvolgimento della Dott.ssa Ghiani, una collega dell’ASL di Olbia, ha permesso di creare una rete di supporto che ha continuato a sostenere i ragazzi, gli insegnanti e le famiglie successivamente al nostro intervento.  


 
 
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