Esercitazione crash aereo - Fiumicino Aeroporto - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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Esercitazione crash aereo - Fiumicino Aeroporto

Archivio > Dicembre2014 > Formazione e scuola

C.I.P. n. 24 - FORMAZIONE E SCUOLA
ESERCITAZIONE CRASH AEREO - FIUMICINO AEROPORTO
L’intervento degli Psicologi delle Emergenze – Alfredo Rampi in rete con l’ARES 118
di Michele Grano
Psicologo delle Emergenze - Alfredo Rampi intervenuto sullo scenario


Il 28 novembre, per la prima volta in Italia, è stato simulato realisticamente un incidente aereo presso Fiumicino Aeroporto; un’esercitazione interessante e spettacolare che ha coinvolto circa 400 figuranti e numerosi operatori e mezzi del soccorso (dei Vigili del Fuoco, Croce Rossa, ARES 118, Protezione Civile, Forze dell’Ordine, personale dell’aeroporto).


Figura 1 – La simulazione del crash aereo

Come "Psicologi delle Emergenze - Alfredo Rampi"
abbiamo dato il nostro contributo, lavorando in rete con la squadra dei soccorsi sanitari dell’ARES 118.
L’esercitazione ha rappresentato un’ottima occasione di formazione e allenamento per testare la tempestività e la qualità dell’intervento in un ipotetico scenario di crash aereo, offrendo la possibilità di aumentare il confronto e la cooperazione tra tutte le forze del soccorso chiamate a fronteggiare insieme situazioni di maxi-emergenza con risorse e mezzi straordinari.  


Figura 2 – Fase iniziale dell’esercitazione

Sono molte le riflessioni scaturite a margine di questa esperienza. Nel presente articolo si evidenziano brevemente gli aspetti salienti del lavoro realizzato con la squadra del 118, Ente che ha richiesto l’intervento del nostro gruppo, composto per l’occasione da due psicologi esperti affiancati da due colleghe tirocinanti.
Il primo degli aspetti da mettere in rilievo è proprio l’ottima collaborazione che ancora una  volta si è concretizzata tra gli operatori del 118 e noi psicologi.
Il tempo trascorso in attesa di essere concretamente attivati sul luogo del crash (circa un’ora) è stato utile per presentarci e conoscere il team di medici e infermieri; va rilevato che è stato molto favorevole, in vista del lavoro congiunto, aver trovato personale che già avevamo conosciuto in precedenti interventi in situazioni di emergenza (in particolare, eventi in piazza San Pietro).
Ha funzionato molto bene, per quanto riguarda l’intervento congiunto medico-psicologico, la catena delle comunicazioni e lo scambio di informazioni/mansioni sul campo. Buone, a nostro avviso, anche la prontezza dello staff medico-infermieristico nell’affrontare ogni situazione e le risorse dimostrate nella gestione efficace delle situazioni complesse (in particolare quelle dovute a stress organizzativo, in relazione ad altri enti o per criticità interne alla squadra).
Arrivati sullo scenario, nel gran caos presente, ci è stato comunicato dal referente del PMA (Posto Medico Avanzato) di seguire gli illesi e i "codici bianchi/verdi"; pertanto, ci siamo divisi per far fronte alle diverse esigenze: uno di noi ha preso in carico le persone incolumi, ossia la gran parte delle vittime, accompagnandole sul bus predisposto, per poi seguirle e supportarle nell’area attrezzata per loro dalla Croce Rossa (in collaborazione con una psicologa CRI); l’altro è rimasto sul luogo con le prime vittime designate come codici verdi e a disposizione di medici e infermieri che operavano nella tenda del PMA.
In questi frangenti si è realizzata un’ottima intesa, con uno scambio di indicazioni circa lo stato delle persone coinvolte, per cercare adeguate risoluzioni per la loro migliore gestione. Interessante la collaborazione tra psicologo e infermieri nel seguire un passeggero che non parlava la lingua italiana e che era stato classificato come "codice verde", ma che in realtà aveva riportato un trauma fisico al petto, per cui dopo accertamenti congiunti gli è stato assegnato un "codice giallo". In questo caso lo psicologo è stato impiegato, a buon diritto, anche come mediatore linguistico. Viceversa, altri casi che erano stati classificati come "gialli" hanno richiesto l’intervento psicologico una volta accertata l’assenza di problemi medici.
In questa fase dell’esercitazione, si sono susseguiti interventi psicologici "spontanei", con persone in attesa di essere visitate che si trovavano in stato di ansia, ottundimento psichico o shock (valutate dall’osservazione dello psicologo) e interventi richiesti dallo staff medico, all’esterno o all’interno del PMA, su pazienti già visitati che manifestavano problematiche di natura emotiva.


Figura 3 – L’intervento di uno psicologo dell’emergenza del Centro Alfredo Rampi

È stata ottima la collaborazione e la comunicazione per quanto riguarda la consegna, la gestione e la destinazione dei "codici bianco/verdi".
L’esercitazione ha evidenziato anche alcune carenze organizzative, utili per riflettere su alcuni punti che possono essere migliorati in prossime simili circostanze. In questa sede, in particolare, può essere utile sottolineare soprattutto l’assenza di una vera e propria "regia" dell’evento, che si facesse carico di coordinare tutte le forze in campo e desse una chiusura all’esercitazione: si è avvertita infatti l’assenza di un senso finale della giornata, che è scivolata in maniera un po’ sfilacciata, mentre sarebbe stata opportuna la convocazione di tutti i rappresentanti, anche per un veloce saluto e ringraziamento e/o la proposta di mettere in condivisione feedback e suggerimenti (per evidenziare punti di forza e limiti in vista di strutturazioni addestrative e operative sempre più sinergiche).
Nel complesso, tuttavia, soprattutto per quanto riguarda il coordinamento tra 118 e la squadra di psicologi, nonché tra il nostro gruppo e i rappresentanti della CRI – come evidenziato – sono stati maggiori gli aspetti positivi rispetto a quelli carenti o negativi. La continuità della cooperazione tra i nostri Enti facilita di certo la "familiarità" e la reciproca conoscenza circa il modus operandi, il rispetto dei ruoli e degli spazi, la gestione di tempi e funzioni; questo graduale processo di apertura, curiosità e vicendevole scambio, dunque, agevola l’organizzazione nel momento in cui si è chiamati a lavorare insieme in scenari che richiedono rapidità di scelta ed esecuzione, coordinamento e fiducia.

 
 
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